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Spese pazze Liguria, il leghista Edoardo Rixi assolto in Appello dalle accuse di peculato

In primo grado l'ex viceministro delle Infrastrutture era stato condannato a tre anni e cinque mesi. Il processo riguardava le spese non ritenute congrue all’attività politica negli anni dal 2010 al 2012, quando il parlamentare era capogruppo regionale del Carroccio. L’accusa era - a vario titolo - di peculato e falso
Spese pazze Liguria, il leghista Edoardo Rixi assolto in Appello dalle accuse di peculato
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Dopo la condanna in primo grado arriva l’assoluzione per Edoardo Rixi. Il deputato della Lega è stato assolto nell’appello per le cosiddette “spese pazze” al consiglio regionale della Liguria. Tutti gli imputati sono stati assolti tutti perché il fatto non sussiste. In primo grado Rixi era stato condannato a tre anni e cinque mesi. Il processo riguardava le spese non ritenute congrue all’attività politica negli anni dal 2010 al 2012, quando il parlamentare era capogruppo regionale della Lega. L’accusa era – a vario titolo – di peculato e falso.

Tra gli imputati che sono stati assolti anche Francesco Bruzzone, già presidente del Consiglio regionale e attuale parlamentare della Lega, che in primo grado era stato condannato a 2 anni e 10 mesi. Giudicati non colpevoli anche Raffaella Della Bianca, Marylin Fusco, Roberta Gasco, Marco Limoncini, Marco Melgrati, Nino Miceli, Matteo Rossi, Matteo Rosso, Alessio Saso, Aldo Siri, Franco Rocca, Alessandro Benzi, Gino Garibaldi, Michele Boffa, Luigi Morgillo, Armando Ezio Capurro, Giacomo Conti.

Assolto! Una assoluzione che conferma quanto sostengo dal primo giorno: il mio comportamento si è sempre distinto per lealtà e correttezza. Il mio obiettivo rimane quello di lavorare senza sosta al servizio della mia regione e del mio Paese”, scrive su facebook Rixi, che si dimise da viceministro alle Infrastrutture del governo di Mario Draghi dopo la condanna in primo grado. “Fu una scelta politica di trasparenza nei confronti del Paese”. L’assoluzione provoca il commento di Matteo Salvini che si dice “molto felice per loro e per gli altri imputati, sottoposti per troppo tempo a polemiche e fango, e per questo costretti anche a rinunciare a incarichi che avrebbero meritato per competenza e onestà. Giustizia è fatta, ma ci aspettiamo le scuse dei giustizialisti di professione”.

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