Italia spaccata a metà dal coronavirus, con 11 Regioni in zona rossa e tutte le altre in arancione (a eccezione della Sardegna che resta in zona bianca). È l’effetto della stretta anti-pandemia chiesta dal Comitato tecnico scientifico e varata dal governo con il decreto legge approvato in mattinata. L’esecutivo guidato da Mario Draghi ha messo in campo diverse misure, tra cui il lockdown nazionale nei giorni di Pasqua, il passaggio automatico in zona arancione di tutte le Regioni attualmente gialle e l’introduzione della soglia dei 250 casi per 100mila abitanti per lo slittamento in zona rossa. Nuovi parametri che sono stati resi effettivi dal ministero della Salute con le consuete ordinanze: da lunedì 15 marzo, quindi, passano in area rossa Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Veneto e la Provincia autonoma di Trento, che si aggiungono a Campania e Molise. Tutte le altre Regioni saranno in area arancione: si tratta di Abruzzo, Toscana, Umbria, Calabria, Liguria, Sicilia, Valle D’Aosta e la provincia autonoma di Bolzano (dove in realtà sono in vigore restrizioni da zona rossa per volere della giunta provinciale). La Sardegna resta bianca, mentre sulla Basilicata (finora in rosso) “è in corso una verifica dei dati”.

Dl Covid, sparisce (per ora) la zona gialla – I provvedimenti firmati dal ministro Roberto Speranza sono la diretta conseguenza del decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri. Nel corso della riunione, durata quasi due ore, non sono mancate le solite divisioni all’interno del governo tra ‘rigoristi’ come Speranza e ‘aperturisti’, soprattutto di area Lega. Stando a fonti governative citate dalle agenzie di stampa, il ministro del Carroccio Giancarlo Giorgetti avrebbe espresso forti perplessità riguardo a certe norme, come il limite giornaliero alle visite che si possono fare nelle abitazioni private. Sul punto è intervenuta anche l’azzurra Mara Carfagna, chiedendo che la deroga sia valida anche nelle zone rosse (dove invece non è consentito spostarsi da casa). Sulla stessa lunghezza d’onda di Carfagna, raccontano, si sarebbero ritrovate anche la Guardasigilli Marta Cartabia e la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese. Alla fine però è prevalsa la linea della prudenza: l’esecutivo è stato infatti costretto a stringere ulteriormente le restrizioni a pochi giorni dall’ultimo dpcm a causa dell’impennata dei contagi, favorita dalle varianti, e del forte aumento dei ricoveri in terapia intensiva (ora sopra la soglia critica del 30%). Per aiutare le famiglie a gestire questa fase, però, sono stati stanziati 209 milioni per i congedi parentali.

Le regole delle prossime settimane – Il nuovo decreto-legge, in vigore dal 15 marzo al 6 aprile, prevede innanzitutto la sospensione “di fatto” della zona gialla: anche se una Regione dovesse essere compatibile con questa fascia di rischio, rimarrebbe comunque in arancione. Più facile, inoltre, finire in zona rossa: ora basterà un’incidenza settimanale dei contagi superiore a 250 casi ogni 100mila abitanti. Come di consueto, chi vive in zona arancione non potrà spostarsi dal proprio Comune, ma sarà comunque possibile fare visita una sola volta al giorno ad amici e parenti che abitano nel proprio Comune, dalle 5 alle 22, massimo in due persone (oltre ai minori di 14 anni, ai disabili e alle persone non autosufficienti conviventi, che non rientrano nel calcolo).
La deroga non è consentita in zona rossa, dove ogni spostamento dovrà essere motivato con autocertificazione e restano aperti esclusivamente gli esercizi commerciali che vendono prodotti essenziali: farmacie, alimentari, ferramenta. E’ anche prevista la chiusura di parrucchieri e centri estetici. Ancora lontana la possibilità di andare in palestra o in piscina. In zona rossa sono vietati gli sport di contatto e di squadra. Consentita invece l’attività motoria individuale all’aperto come la camminata, la bici e la corsa. Agli agonisti è permesso di allenarsi.
Le funzioni religiose con la partecipazione di persone si possono svolgere, purché nel rispetto dei protocolli sottoscritti dal Governo con le rispettive confessioni.

Le regole a Pasqua – Durante le festività pasquali, invece, cioè dal 3 al 5 aprile, tutta l’Italia sarà una grande zona rossa (a eccezione di chi dovesse trovarsi in zona bianca). In quei giorni, quindi, ci potrà allontanare da casa solo per motivi di salute, lavoro o necessità. C’è però una deroga: sarà possibile spostarsi una volta al giorno verso altre abitazioni private, tra le 5 e le 22, purché si rimanga all’interno della propria Regione.

Congedi parentali: stanziati 209 milioni – Per quanto riguarda i congedi parentali, il decreto prevede che i lavoratori dipendenti che vivono in Regioni dove sono sospese le lezioni in presenza o hanno figli in quarantena/positivi al Covid, potranno usufruire di congedi parzialmente retribuiti. Per i lavoratori autonomi, le forze del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico, le forze dell’ordine e gli operatori sanitari ci sarà invece la possibilità di optare per un contributo per il pagamento di servizi di baby sitting, fino al 30 giugno 2021. Sul tema è intervenuta la ministra per gli Affari Regionali, Mariastella Gelmini, che risponde alle richieste avanzate da Regioni e altre amministrazioni locali sulle garanzie da dare a famiglie e aziende: “Questa mattina i presidenti di Regione avevano chiesto al governo contestualità tra nuove restrizioni e aiuti alle famiglie. Il Cdm ha dato loro una risposta precisa e immediata”, ha scritto su Twitter. Il nuovo decreto infatti prevede lo stanziamento di 209 milioni per i congedi parentali che saranno retroattivi – dal 1 gennaio 2021 – con retribuzione al 50% chi ha figli sotto i 14 anni, mentre dai 14 ai 16 anni saranno fruibili senza retribuzione. In alternativa si prevede, per chi ha figli under 16, il diritto allo smartworking. Per i lavoratori autonomi, gli operatori sanitari e le forze dell’ordine è invece previsto un bonus baby sitter fino a 100 euro alla settimana.

Draghi: “Misure proporzionate alla situazione” – Per spiegare i contenuti del nuovo dl approvato da Palazzo Chigi non è stata organizzata alcuna conferenza stampa, ma il premier Mario Draghi ne ha parlato nel corso dell’intervento che ha tenuto durante la visita all’hub vaccinale di Fiumicino. “Sulla base dell’evidenza scientifica, il governo ha adottato oggi misure restrittive che abbiamo giudicato adeguate e proporzionate. Lo abbiamo fatto con un decreto legge, che vedrà il Parlamento pienamente coinvolto nella discussione”, ha spiegato. “Le nostre scelte sono state condivise più volte nella Conferenza Stato-Regioni, nello spirito di massima collaborazione tra i diversi livelli dell’amministrazione”. Draghi ha quindi assicurato che il decreto Sostegni – in arrivo la settimana prossima per dare fiato alle attività chiuse causa Covid – conterrà misure “corpose, coprono una platea più ampia e arriveranno rapidamente“. A suo parere, però, i 32 miliardi attualmente impegnati non bastano: “In occasione della presentazione del Documento di Economia e Finanza – ha annunciato il premier – ho intenzione di chiedere un nuovo scostamento di bilancio.

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