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Cronaca

Ultimo aggiornamento: 19:57 del 10 Marzo 2021

Castellammare di Stabia, 118 sommerso da richieste di soccorso e ambulanze bloccate per ore fuori dall’ospedale: “Viviamo sanità di guerra”

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La terza ondata colpisce la provincia di Napoli. A Castellammare di Stabia, il comune in cui la percentuale dei contagi risulta essere doppia rispetto al resto della Campania e il cui il sindaco, proprio a causa dell’aumento esponenziale di contagi ha introdotto la zona rossa rafforzata, l’ospedale cittadino San Leonardo, già punto di riferimento per un bacino d’utenza di oltre 500mila persone, scoppia. L’aumento dei casi Covid si ripercuote direttamente sul servizio 118 con le ambulanze bloccate in fila per ore (nelle scorse settimane anche giorni) in attesa di ‘sbarellare’.

“Il paziente che trasporto io è arrivato a mezzanotte, sta qui da circa 18 ore – ci spiega un medico del 118 – non c’è posto, quindi li teniamo nelle ambulanze con l’ossigeno liquido fino a quando non si libera un posto o fino a quando non peggiora, in quel caso lo portiamo dentro. Io però sono ancora bloccata qui con l’ambulanza, perché la persona che trasportavo io è entrata, ma siccome mancano i posti letto stanno usando per il momento la mia barella”. La centrale operativa del 118 con le ambulanze ferme riesce con estrema difficoltà a gestire una situazione che giorno dopo giorno diventa sempre più complicata. “Qui arrivano 800 richieste di soccorso ogni giorno – dice il medico dirigente della centrale operativa 118 Salvatore Costa – non ci sono posti e le ambulanze che hai visto fuori all’ospedale sono ferme lì perché hanno a bordo sospetti Covid o Covid accertati”.

L’ASL Napoli 3 sta provando a tamponare la situazione implementando l’assistenza domiciliare, nonostante questo è quasi impossibile evitare che si creino le file fuori al piccolo cortile del nosocomio di Castellammare. “E’ inevitabile – dice il dirigente dell’ASL Napoli 3 Antonio Coppola – ci sono dei giorni in cui il numero di accessi è elevatissimo, diverse centinaia, ci dobbiamo rendere conto che siamo in un periodo di sanità di guerra e facciamo sforzi enormi per assicurare assistenza a tutti. Inoltre il San Leonardo sta facendo da pronto soccorso per tutto il comprensorio (vesuviano e sorrentino), gestisce oltre ai pazienti Covid, che sicuramente è già un carico notevolissimo, anche tutti gli altri accessi per altre patologie. Per questo stiamo cercando di spingere sulla vaccinazione perché al momento – conclude Coppola – è l’unica via di uscita per questa situazione di emergenza”.

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