Se oggi gli esports sono come li conosciamo gran parte del merito lo dobbiamo a Starcraft, gioco di strategia in tempo reale di Blizzard, ambientato in un futuro iper-tecnologico in cui tre razze aliene, Zerg, Protoss e Terran si sfidano per la conquista dell’universo. La prima espansione di Starcraft, Broodwar, fu il primo torneo di videogiochi mai trasmesso in TV, in un programma di tarda serata in Corea del Sud a fine 1999; il secondo capitolo, Starcraft II, ha invece portato negli anni dieci dei duemila la scena esports a livello globale con i tornei trasmessi in streaming in tutto il mondo. Ed è questo il motivo principale che rende la vittoria dell’italiano Riccardo Romiti non solo speciale ma storica, per l’Italia e per l’intera scena competitiva internazionale.

Appena diciotto anni, due volte vincitore del premio come Best Esports Player assegnato da IIDEA, Riccardo il 28 febbraio ha vinto la finale dell’Intel Extreme Masters, il principale circuito internazionale di Starcraft II che dal 2020 ne rappresenta ufficialmente il mondiale. Solitamente disputato a Katowice, in Polonia, quest’anno si è giocato tutto online a causa della pandemia globale di Covid-19 che, tuttavia, non sminuisce in alcun modo la vittoria di Reynor. Per dare una dimensione dell’impresa Riccardo, che sul titolo targato Blizzard gioca la razza Zerg, è il secondo non-coreano di sempre a vincere il mondiale di Starcraft II dopo la prima storica vittoria del Finlandese Joona “Serral” Sotala nel 2018, ma è soprattutto il primo non-coreano a vincere la finale dell’Intel Extreme Masters, fin dalla prima edizione nel 2011 appannaggio esclusivo dei giocatori di Seul.

Dato statistico sottolineato persino da Michal Blicharz, vice-presidente di ESL, il più grande tournament organizer di esports al mondo, nonché responsabile capo dell’organizzazione dell’IEM, che si è personalmente complimentato col giovane Riccardo: “Per la prima volta in 11 anni l’Intel Extreme Masters ha un giocatore non-coreano come campione.” L’intero mondo dell’esports si è congratulato con il nostro talento, a dimostrazione dell’aver fatto la storia del gaming competitivo. Ma i complimenti arrivano, ovviamente, anche dall’Italia, in particolare da Simone “AKirA” Trimarchi, primo campione italiano di Starcraft nel lontano 2001 quando Reynor non era ancora nato: “Dieci bandiere Coreane, quelle più temibili, quelle che fanno gelare il sangue nelle vene: e poi un tricolore italiano. Un vero e proprio “miracolo” per un veterano dell’esport come me, qualcosa che mai e poi mai avrei potuto immaginare quando per la prima volta misi piede proprio in Corea del Sud, la patria di tutti questi fenomeni. Per noi della vecchia guardia i coreani erano semplicemente boss finali impossibili, quelli che al bar non sconfiggevi neanche con un sacchetto di monete. Reynor, Riccardo Romiti, ci ha dimostrato che ogni sogno si può realizzare: vedere un italiano vincere dopo vent’anni di dominio coreano è stata un’emozione incredibile. Per me è come aver visto l’Italia vincere un mondiale di calcio, con mio figlio in campo a realizzare una tripletta: esattamente la stessa sensazione che ho provato ieri quando Reynor ha sconfitto Zest.”

Riccardo, che milita nell’italiano Team QLASH, aveva sfiorato la qualificazione al mondiale nel 2018, fermatosi a una sola mappa dalla vittoria sul già citato finlandese Serral, avviando una delle rivalità più avvincenti e appassionanti della scena esports europea e internazionale. L’anno successivo Reynor vinceva due titoli europei, conquistando di diritto l’accesso alle fasi finali del circuito WCS: a sorpresa arrivò in finale, perdendo dal coreano Dark per 4-1. Nel 2020 l’esports di Starcraft II subisce una piccola rivoluzione: i circuiti WCS e IEM si fondono, creando un unico percorso competitivo per i professonisti. Riccardo vince tre titoli Dreamhack e la Douyu Cup, accumulando sufficienti punti per presentarsi come quarto in classifica globale al mondiale. Secondo nel prorio girone, compie un vero e proprio miracolo sportivo nel tabellone a eliminazione diretta in cui mette in fila un coreano dopo l’altro: prima Stats e Dark, infine Maru, tutte leggende dell’esports di Starcraft II, tutti sconfitti per 3-2. Poi l’epica conclusione su Zest, già vincitore dell’IEM nel 2015, battuto 4-2.

L’unico rimpianto per Riccardo arriva dalla mancata possibilità di giocare l’evento dal vivo in uno stadio, la Spodek Arena, che accoglie al suo interno solitamente più di 15.000 tifosi, tutti pronti a scandire il nome del vincitore. Nonostante ciò quella di Reynor rimane un’impresa che rimarrà negli annali della storia dell’esports, italiana e internazionale. In attesa del prossimo talento italiano.

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