Sono stati recuperati i corpi di tre dei quattro escursionisti dispersi sul Monte Velino, nell’appennino abruzzese, dal 24 gennaio. Il gruppo – composto da Tonino Durante, 55 anni, Gian Mauro Frabotta, 31, e Gianmarco Degni, 26, Valeria Mella, 25, tutti di Avezzano – era stato travolto da una valanga nella Val Majelama, a quota 1700 metri. Il primo corpo identificato è stato quello di Valeria Mella, a seguire altri due, che al momento non sono stati identificati. Localizzato, infine, il quarto cadavere, che sarà recuperato domani: le operazioni di ricerca sul monte Velino sono state interrotte e rinviate a domattina per il pericolo valanghe a causa delle temperature più alte che hanno reso possibile il distacchi nevosi e perché il luogo dei ritrovamenti è considerato “inquinato”, quindi i cani avrebbero avuto difficoltà a “guidare” i soccorritori. I tre corpi sono stati trasferiti all’obitorio dell’ospedale di Avezzano (L’Aquila). La svolta dopo settimane di ricerche è arrivata quando uno dei cani che partecipano alle operazioni ha fiutato la traccia giusta, nonostante i corpi fossero sepolti sotto la neve. Si tratta di due pastori tedeschi addestrati per la ricerca di corpi umani. Gli animali erano arrivati ieri in Abruzzo e dopo un giorno di allenamento a Ovindoli (L’Aquila) sono stati spediti sul Velino per le ricerche dei quattro dispersi dal 24 gennaio scorso, col tragico epilogo di oggi: 3 corpi recuperati, uno individuato e che verrà portato alla luce domani, clima permettendo.

Da oltre tre settimane i soccorsi stanno cercando i dispersi con l’ausilio di ogni mezzo, ma le operazioni sono a lungo state rallentate dal maltempo. Alle ricerche ha preso parte anche l’unità cinofili dei carabinieri specializzate nella ricerca di cadaveri. Sul luogo si è presentato anche il sindaco di Avezzano Giovanni Di Pangrazio per aiutare con le ricerche. Il primo cittadino ha sottolineato che “la città e la Marsica partecipano all’insopportabile dolore di tutte le famiglie colpite da una tragedia immane”. A quanto si apprende i corpi ritrovati sono stati trasportati all’obitorio dell’ospedale della città abruzzese. Il rischio elevato di nuove valanghe e venti forti hanno reso complicati i soccorsi nell’immediatezza dell’incidente e impedito per lunghi tratti l’uso di elicotteri, che ha garantito, per le zone più impervie e pericolose, l’utilizzo di massimo due soccorritori. Nei giorni scorsi le ricerche erano state fermate in attesa di un innalzamento delle temperature per poter sciogliere la neve ed esplorare meglio l’impervia zona della tragedia. A complicare le operazioni il luogo della tragedia, un vallone profondo e pieno di neve.

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