di Massimiliano Verona

Alla fine secondo me Matteo Renzi, con tutti i suoi giannizzeri, avevano programmato tutto. Per mesi si sono trincerati dietro un assordante silenzio per poi uscire fuori quando l’accordo con l’Europa, per avere i soldi del Recovery plan, era cosa fatta e bisognava partecipare alla grande pappatoia.

I sopraccitati signori hanno accettato l’incarico di Draghi a scatola chiusa, pensando che ormai il loro incubo fosse passato. Invece l’uscita di Conte, davanti ad un tavolino improvvisato, pieno di microfoni, ha spiazzato tutti. E dall’alto della sua onestà intellettuale ha cercato di far ragionare l’ala dura e pura del M5s.

Infatti fino a quel momento i vari Di Battista, Barbara Lezzi, Nicola Morra, Vito Crimi dalle loro pagine Facebook ripetevano all’unisono che Draghi non avrebbe mai ottenuto la loro fiducia. E come dare loro torto, considerato il curriculum del signore della Bce, uno degli artefici del fallimento della Grecia e uomo di punta di quell’Europa lacrime e sangue, sempre dalla parte dei poteri forti e mai dei cittadini?

Salvini, in una delle dichiarazioni più illuminate degli ultimi anni, ha detto che Draghi deve scegliere, o noi o Grillo. Tra l’altro Grillo è stato uno dei più diplomatici degli ultimi giorni assieme a Di Maio all’interno dei 5stelle, e questo la dice tutta. E in questa frase c’è tutta l’essenza dell’intelligente intervento di Conte. Per evitare che il progetto di Renzi e dei suoi mandanti vada a buon fine bisogna sedersi a quel tavolo, e preservare quello che di buono è stato fatto.

Dal reddito di cittadinanza alla riforma della giustizia di Bonafede, passando anche per il taglio dei parlamentari (l’unica cosa che non può essere modificata in tempi brevi). Bisogna mettere da parte il rancore legittimo verso chi punta solo a distruggere e puntare ad una distribuzione equa e solidale dei soldi del Next generation Eu. Perché solo sedendosi a quel tavolo si possono ottenere cose importanti per le prossime generazioni, e per la prima volta dispensare le risorse partendo dal basso.

Io spero vivamente che la legittima rabbia dei rappresentanti più autorevoli dei 5stelle venga accantonata e si possa ottenere il massimo quando tutto sembrava perduto. Perché per usare uno slogan caro ai 5stelle, ‘loro non molleranno mai, noi neppure’.

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