Elisabetta Iannelli, romana, all’età di 24 anni (oggi ne ha 52) le viene riscontrato un cancro, ma, dopo il primo periodo, mette a disposizione le sue risorse per aiutare i malati come lei a convivere con la malattia senza rinunciare a una vita sociale e lavorativa. Il suo motto diventa “Il cancro ha cambiato la mia vita, io cambierò la mia vita con il cancro”. A 33 anni diventa vicepresidente dell’Associazione italiana malati di cancro, parenti e amici (Aimac). Dal 2004 è segretario generale della Federazione italiana delle Associazioni di volontariato in oncologia (Favo). È inoltre componente del Comitato scientifico dell’Osservatorio permanente sulla condizione assistenziale dei malati oncologici e di vari organismi internazionali in ambito internazionale, fino a partecipare all’Assemblea generale delle Nazioni unite nel settembre 2011 come rappresentante della Favo, unica organizzazione di volontariato italiana ed europea a partecipare al vertice Onu sulle malattie non trasmissibili. Destinataria di numerosi premi e riconoscimenti, autrice di numerose pubblicazioni, il suo impegno è volto ad individuare e praticare azioni concrete finalizzate alla tutela dei diritti dei malati di cancro, affinché sia garantito il pieno ritorno alla vita sotto ogni aspetto: familiare, lavorativo, sociale, economico, previdenziale, assicurativo e riabilitativo. Si è battuta per i diritti dei malati di cancro: per la preservazione della fertilità dei giovani malati, per il diritto all’adozione dopo il cancro, per ottenere mutui e finanziamenti.

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