Sono stati gli eroi della “prima ondata”. Amati, celebrati e sostenuti dalla popolazione, per aver contrastato un nemico inatteso e invisibile ed aver salvato tante vite umane. Ma l’impegno dei medici e del personale sanitario da quel 21 febbraio 2020, che ha sancito l’arrivo del Covid 19 in Italia, non si è mai fermato e prosegue ancora oggi, pur godendo di un minore clamore. Per questo Sky TG24 vuole raccontare lo sforzo di questa categoria, con un approfondimento dedicato mercoledì 23 dicembre alle 14.30, all’interno del programma Timeline.
In studio con Stefania Pinna saranno presenti anche il direttore del Dipartimento scienze mediche e malattie infettive dell’ospedale S. Matteo di Pavia, Raffaele Bruno, il medico che ha curato il “paziente uno”, e il direttore di Sky TG24 Giuseppe De Bellis, che cercheranno di raccontare e capire perché, dopo tanti mesi di pandemia, il sentimento nei confronti dei medici di una parte dell’opinione pubblica stia subendo un mutamento, con alcune manifestazioni di insofferenza verso questa categoria ancora così fondamentale nella lotta al virus. All’interno dell’approfondimento sarà proposto anche il corto documentario «Due di loro», un racconto immersivo e della vita quotidiana di due medici impegnati contro il Covid.
Prodotto da Somewhere studio per Sky TG24 e realizzato dai registi Alberto Gottardo e Francesca Sironi, il corto documentario, girato nella prima settimana di dicembre, intreccia le giornate di Giuseppe Naretto, direttore delle cure palliative dell’Asl Città di Torino e responsabile di un nuovo reparto Covid alla struttura “Piccola Mole” di Torino, e di Elio Manzillo, infettivologo dell’ospedale Cotugno di Napoli.
Due uomini – uno in provincia di Torino, l’altro a Napoli – che condividono però una routine consolidata da mesi, da quando, all’inizio di ottobre, la “seconda ondata” dell’epidemia ha travolto l’Italia. Si tratta infatti di due medici impegnati contro ll Covid: a Torino nel supporto dei pazienti fragili, in quel collegamento fondamentale fra ospedale e territorio; a Napoli in un reparto convertito completamente alla gestione dei malati gravi per causa del virus. Nel vivere la giornata dei due medici, dal risveglio al rientro a casa, il documentario mostra, senza commenti e voiceover, la solitudine, le relazioni e i gesti quotidiani dei professionisti, negli scambi fra loro e con i pazienti, con un approccio in presa diretta che lascia spazio alle riflessioni di chi guarda.