Sarebbe ora di fare una bella operazione verità: l’emergenza dovuta alla pandemia ha messo il governo al riparo da molte questioni e temi, tutti nascosti dietro il coronavirus per evitare di affrontare i veri nodi politici del nostro Paese. Uno stato di emergenza continuo che ha visto numerose deroghe ai principi costituzionali e alla normale gestione della vita quotidiana del nostro Paese.

Partiamo dalla nascita di questa ultima legislatura. Un governo Conte formato dalla Lega e dai 5Stelle, un esecutivo con una connotazione fortemente di destra e contro l’Europa, con preoccupanti episodi in favore delle politiche della Russia e dei sovranisti. Ministri 5Stelle a mio avviso incompetenti e arroganti. Cito Toninelli, Giulia Grillo e lo stesso Di Maio uno e trino in veste di vicepremier, ministro del Lavoro e dell’Economia.

Solo un anno fa l’Italia era in mano ad un governo di ultradestra, pericoloso per le sorti della tenuta democratica del Paese.

L’estate scorsa nel pieno delirio di onnipotenza, Matteo Salvini paventa la crisi di governo a favore di un governo di destra. Alcuni sostengono che ci fosse un accordo sottobanco con Nicola Zingaretti per il ritorno alle urne. Il motivo? Ridimensionare Matteo Renzi e permettere al segretario dem il pieno controllo delle sue truppe in Parlamento. Di certo nessun interesse per i problemi dei cittadini ma solo logiche di potere.

Il tutto perché non potevano pensare che Renzi mettesse da parte le giuste questioni personali a favore dell’Italia. Ma l’errore era evidente: Zingaretti, Salvini e compagnia pensavano di poter ragionare con la testa del leader di Italia Viva. Nessuno scommetteva in un governo alternativo con i 5Stelle. E soprattutto Zingaretti non voleva Conte e così i suoi sodali.

Ma Renzi ci ha visto lungo e non ha avuto paura di metterci la faccia. Nasce così il governo Conte con il Pd, 5Stelle, Leu e Italia Viva. Praticamente grazie al senatore di Firenze molti personaggi dimenticati ritrovano una cara poltrona. Altri, come Di Maio la conservano.

Insomma, tutti i ministri, sottosegretari e parlamentari oggi hanno una poltrona di governo per la volontà di Renzi di mettere prima l’Italia e non gli interessi personali. La prova è la nascita di Italia viva solo dopo la formazione del governo.

Bene, nonostante ciò dopo solo un anno e mezzo dalla nascita del nuovo governo Conte molti fanno finta di non ricordare la storia recente. In questa fase di emergenza, molti non ricordano che sempre il leader di Italia Viva a febbraio 2020 mentre Zingaretti, Salvini e politici vari facevano aperitivi, chiedeva di chiudere non solo l’Italia ma tutta l’Europa. Poi, sempre Renzi mentre ci si dimenticava delle scuole e di una strategia per le riaperture gli altri continuavano a criticarlo perché chiedeva a gran voce di iniziare a discuterne.

E poi arriviamo a luglio. In questa fase, quando tutti erano distratti dall’estate sempre il rompiscatole toscano chiedeva di pensare subito alla strategia per la vaccinazione e alla discussione parlamentare per il Recovery fund.

Nulla. Il Pd assente e i 5stelle a preoccuparsi della loro sopravvivenza politica, sempre più aggrovigliati in lotte di potere interne.

In questo marasma di assenza di politica ma di gestione personalistica del potere la sola voce solitaria era quella di Italia Viva. E si sa, quando racconti la verità in un sistema di assuefazione e di conflitti di interesse, la reazione degli interessati è la denigrazione, la delegittimazione e la caciara.

In questo clima, in cui i cittadini sono abbandonati a loro stessi da febbraio, dove le attività commerciali sono in pieno fallimento, dove tutti i settori della società privata non garantiti da stipendio fisso sono in completa crisi, Conte e i suoi stretti amici ha avuto vita facile a lavorare per tirare a campare. Ed arriviamo al dunque: il tentativo di gestire anche i soldi europei in completa autonomia con commissari direttamente nominati. Ecco la fine della messa in scena di Conte e del Pd. Ed oggi è lo stesso Dario Franceschini a svelare inconsciamente le reali intenzioni del Pd e di Conte: un Pd che vorrebbe riproporre Conte premier con una sua lista alleato al Pd e ai 5Stelle.

Povero Pd. Poveri 5Stelle. Povera Italia.

Mentre la gestione della pandemia ha mostrato tutti i grandi limiti della classe dirigente dei 5Stelle e del Pd e mentre la gestione della crisi sembra arrivare da chissà quale stanza dei bottoni, chi osa chiedere spiegazioni viene subito criticato e osteggiato. Ma Renzi ha le spalle larghe e alcuni punti di forza. Non ha interesse a mantenere la sua poltrona.

Mentre i 5Stelle e i ministri Pd per mantenerla sarebbero disposti a tutto. E abbiamo visto in questo anno il loro facile adattamento a qualsiasi accordo, questa la verità. Non l’amore per le questioni dei cittadini ma l’amore per la cara poltrona.

Immaginatevi Di Maio, Conte, Boccia, Speranza, Franceschini, Rocco Casalino e compagnia senza la poltrona di Palazzo Chigi. Renzi potrà avere un partito piccolo al momento ma rappresenta un ideale, un progetto, una visione, una parte di cittadini liberi. Degli altri sicuramente l’Italia perderà le tracce. In fondo in tempi passati Franceschini, Conte, Speranza sono stati renziani quando occorreva. Così come Di Maio e altri sono diventati piddini.

Insomma, sembra che il problema sia sempre Renzi. Ma la realtà è che la politica deve servire gli interessi della collettività e se non funziona qualcuno deve pur dirlo senza paura di perdere poltrone e potere. Ed è per questo che proprio in questo momento deve esserci la politica. Nessuno è profeta in patria ma il tempo darà ragione alle idee e alla lungimiranza. Anche per quelli che oggi per preconcetto continuano ad odiare chi gli mette davanti agli occhi la realtà.

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