Giorni di polemiche, interviste su giornali e tv, minacce di dimissioni da parte delle due ministre, riunioni decisive disertate: tutto per un vertice durato appena mezz’ora. Alla fine Matteo Renzi e i suoi si sono presentati a Palazzo Chigi per il faccia a faccia con il premier Giuseppe Conte. Doveva essere la resa dei conti, invece Italia Viva si è accontentata di consegnare un documento di cinque pagine al presidente del Consiglio, contenente le richieste dei renziani. Un testo uguale a quello pubblicato in mattinata su Facebook, carico di critiche e ultimatum: dal Recovery al Mes, la condizione è un’inversione netta di marcia. Conte difende le sue scelte ma si riserva una “riflessione” e fonti di Palazzo Chigi definiscono l’incontro “franco e cordiale, anche in virtù dei temi anticipati ieri dalla lettera che il senatore Matteo Renzi ha inviato al presidente del Consiglio”.

Il prossimo passo potrebbe essere un vertice con tutti i leader della coalizione. Il primo round si chiude quindi senza un confronto risolutivo: “Abbiamo rappresentato al premier le nostre argomentazioni, ora aspettiamo che faccia una riflessione per vedere se ci sono le condizioni per andare avanti”, ha detto la ministra Teresa Bellanova al termine del vertice. Per poi aggiungere: “Conte ci ha detto che il nostro è un documento importante e costruttivo, ci farà sapere”. La ministra ha anche annunciato la sua partecipazione al Consiglio dei ministri in programma domani. Ma la crisi, è quello che fanno trapelare i renziani uscendo da Palazzo Chigi, non è sventata.

“Abbiamo ribadito al presidente Conte che la questione sono le idee e non gli incarichi, servono proposte e scelte coraggiose”, ha detto ancora Bellanova. Il confronto sulle “idee” però non c’è stato e così la partita non è ancora chiusa. Per Iv, spiegano fonti interne all’Adnkronos, quello di stasera è solo un passaggio perché “dalle parole bisogna passare ai fatti”. Inutile discutere, sostengono, “ora spetta a Conte. Vediamo se alle parole seguiranno atti concreti”. Tutto qui il faccia a faccia voluto da Matteo Renzi, dopo che da più di una settimana Italia Viva tiene in ostaggio l’azione di governo per motivi politici. Le stesse ministre Elena Bonetti e Bellanova avevano minacciato di lasciare l’esecutivo. Mentre Renzi aveva usato giornali e tv per ricattare il premier. L’ultima volta martedì sera su Canale 5 e su Rai 3, quando aveva messo sul tavolo un altro diktat, la richiesta dei soldi del Mes. La crisi invece era scoppiata sulla bozza della governance per la gestione del Recovery fund: una settimana fa in Senato da Renzi era partito il primo ricatto, il no alla task force. Sono le due condizioni che il leader di Iv ha ribadito anche nella lunga lettera al presidente del Consiglio pubblicata su Facebook. E che sono anche contenute nel documento consegnato al premier Conte. Un testo arrivato sul tavolo di Palazzo Chigi dopo giorni di temporeggiamenti: prima Italia Viva ha indicato come motivazione gli impegni a Bruxelles della ministra Teresa Bellanova, poi ha addirittura disertato (e di fatto ostacolato) i vertici sulle misure per le feste di Natale. Nonostante in gioco ci sia la gestione della pandemia.

Ora un canale di dialogo è aperto, ma la tensione resta. Il premier si è seduto al tavolo dopo aver avvertito di non essere disposto ad accettare “prendere o lasciare” e dopo aver segnato un punto riportando a casa i 18 pescatori fermati in Libia. Di prima mattina è volato con Luigi Di Maio a Bengasi per la liberazione dei pescatori di Mazara Del Vallo. Del resto, tra gli artefici della liberazione c’è proprio quell’intelligence sulla quale Conte ha tenuto la delega, attirandosi l’ira di Iv e anche di buona parte del Pd. A Palazzo Chigi Non si è parlato di rimpasto, assicurano fonti di Iv: sul tavolo ci sono i ricatti, la richiesta di sedersi insieme a riscrivere il programma di governo e andare avanti. Al tavolo del confronto con Conte, Renzi si presenta con le ministre Bellanova e Bonetti, il presidente di Iv Rosato, i capigruppo Boschi e Faraone. Il leader espone le richieste, poi interviene Bellanova: “Non siamo noi l’anomalia, ma un premier che ha guidato governi di colori politici opposti”. Conte annota e ribatte. Non si entra nel merito, ma il premier spiega le ragioni della task force, le resistenze del M5s sul Mes, apre a un piano più ampio di infrastrutture da finanziare con il Recovery. Sta ora al premier trovare un modo per districarsi tra le richieste dei partiti e rilanciare l’azione di governo.

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