Voglio parlarvi chiaramente.

Se Berlusconi o Salvini avessero tentato di fare quello che sta portando avanti Giuseppe Conte sul Recovery Plan e la riforma dei servizi segreti, oggi avremmo i sindacati, i costituzionalisti, i soliti giornalisti e le solite trasmissioni che griderebbero allo scandalo.

Se invece fosse stato Matteo Renzi ancora peggio, ci sarebbe stata la rivoluzione al grido del colpo di Stato.

Se ci fosse onestà intellettuale tutti dovrebbero riconoscere questo aspetto. Perché non è concepibile che per gestire i soldi europei si voglia istituire l’ennesima farsa delle task force, formate da centinaia di persone tra cui manager esterni a chiamata diretta. Il tutto facendolo passare con un emendamento alla legge di bilancio ed esautorando i ministri competenti.

Da luglio, data in cui Renzi ha chiesto pubblicamente di portare il dibattito su come gestire i finanziamenti europei in Parlamento, nulla è stato fatto. Oltre a non essere stata coinvolta l’opposizione, non sono stati resi edotti neanche i partiti della maggioranza.

Il problema è stato sollevato con forza e fermezza dal leader di Italia Viva poiché neanche il Pd aveva il vero coraggio di affrontarlo. Era chiaro dalle parole dello stesso Graziano Delrio che all’interno del Pd ci fossero malumori per l’atteggiamento personalistico di Conte, un premier sempre più accentratore e sempre meno legittimato. Il tutto mentre in Parlamento il Movimento 5stelle andava letteralmente in frantumi sul Mes.

In tarda serata lo stesso Conte si è affrettato a comunicare, fuori dall’aula, che sulla questione c’è stato un “colossale fraintendimento sulla struttura di missione” per il Recovery plan “che deve avere compiti di monitoraggio e non sottrarrà potere e competenze ai ministeri”. Conte ha precisato, poi, che ci sarà un decreto ad hoc, che se ne discuterà in Cdm dove “troveremo la formula giusta”. Ha spiegato ancora che “non c’è scritto da nessuna parte quanti manager ci dovranno essere, comunque serve una struttura per assicurare il monitoraggio dei cantieri e il rispetto dei tempi, è una cosa assolutamente necessaria”.

Queste precisazioni di Conte però non risolvono il problema politico. E poi – dal mio punto di vista – il metodo e le argomentazioni usate dal premier sono illogiche e poco chiare.

Un governo che sembra utile solo a coprire la voglia di restare ancorati alle poltrone del Movimento 5Stelle. Ora per salvare Conte, come era prevedibile sono arrivati a cambiare idea anche sul Mes. Nella confusione si pensa di poter fare tutto e il contrario di tutto in barba alla Costituzione, allo Stato di diritto, alla prassi parlamentare e al buon senso.

Mentre l’Italia è piegata dalla seconda ondata della pandemia il premier non coinvolge i partiti della maggioranza e pensa di incaricare oltre 300 professionisti per fare il lavoro del governo e dei suoi uffici già esistenti. Con la scusa dell’emergenza ormai i cittadini italiani subiscono violazioni di ogni genere.

E mentre il settore del turismo invernale è completamente in crisi, mentre i ristoratori e i gestori dei locali commerciali sono costretti a rimanere ancora chiusi, mentre i luoghi della cultura sono ancora inspiegabilmente serrati, così come il settore dei locali da ballo, dove le scuole superiori sono ancora chiuse, dove l’economia in generale è completamente ferma, il premier che fa? Dà incarichi a centinaia di burocrati.

Praticamente un premier, come dicevano i 5Stelle, non eletto che esautora le prerogative del Parlamento e cerca di esautorare anche i poteri dei suoi stessi ministri. Decisioni che evidentemente arrivano non dai soggetti eletti ma da organi o poteri fuori dalle legittime istituzioni. Ed allora, a mio avviso, il vero tema è: a chi risponde realmente Conte? Non risponde alle richieste del Parlamento, non risponde alle richieste dei suoi alleati, ma a quelle di chi?

Emendamenti notturni, veline alla stampa di Rocco Casalino che buttano costantemente fango su Renzi per cercare di distrarre l’attenzione su temi oggettivi e delicati a favore di chi e di che cosa? Non certo dei cittadini e delle famiglie. Non certo, a me sembra, a favore della soluzione veloce di questa pandemia. Non certo a favore della trasparenza e della collegialità.

La mia domanda è pertanto molto chiara: Conte chi sei?

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