Lo scontro interno al Movimento 5 stelle sulla riforma del Mes non ha messo in difficoltà la maggioranza, ma è destinato ad avere strascichi dentro il gruppo parlamentare M5s (e non solo). Il primo atto concreto è arrivato neanche 24 ore dopo il voto in Aula: quattro deputati M5s hanno deciso di abbandonare il gruppo e iscriversi al Misto. Si tratta di Antonio Lombardo, Maria Lapia, Fabio Berardini e Carlo Ugo De Girolamo. I quattro, tutti eletti alla prima legislatura, erano tra i 58 firmatari della lettera dei dissidenti M5s che chiedevano di rinviare i punti critici della riforma del Mes e ieri, a Montecitorio, si sono espressi contro la linea ufficiale della maggioranza (insieme ad altri 9 deputati): Lombardo non ha partecipato al voto, Berardini e Lapia hanno votato contro, mentre De Girolamo si è astenuto. Una scelta che, come annunciato dal capo politico Vito Crimi, avrebbe comportato quasi sicuramente l’espulsione. “Noi 13 deputati che abbiamo votato coerentemente con il nostro programma elettorale”, ha scritto oggi in un messaggio Berardini, “siamo stati minacciati di espulsione ed emarginati. Il clima è diventato talmente tossico che non mi riconosco più in questa forza politica”.

L’addio al Movimento dei quattro è arrivato in un momento molto delicato e, non è un caso, pochi giorni dopo l’adesione di quattro eurodeputati M5s Ignazio Corrao, Piernicola Pedicini, Eleonora Evi e Rosa D’Amato al gruppo dei Verdi a Bruxelles. Secondo alcune fonti interne, tra i delusi del Movimento c’è l’intenzione di lavorare a una nuova formazione ambientalista. Ad esempio Lombardo, il deputato siciliano che oggi ha lasciato i grillini alla Camera, è considerato molto vicino all’eurodeputato Corrao. “Il progetto è solo agli inizi”, raccontano fonti interne. “Ma ci si aspettano altre adesioni a cascata tra i parlamentari M5s”. E in questo senso le parole usate da Lombardo nel dire addio sono state molto significative: “E’ stato un bel sogno, adesso sveglia! Oggi per me si chiude il percorso che mi ha legato al Movimento 5 stelle per molti anni. La votazione sul Mes è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso”. E, ha aggiunto: “Il governo Conte continuerà ad avere il mio appoggio, che ovviamente sarà misurato e valutato provvedimento per provvedimento. Non intendo andare nel gruppo misto per rimanerci, mi piacerebbe costituire una componente ecologista e progressista“.

Lapia, deputata eletta in Sardegna e alla prima legislatura, il 25 novembre scorso è stata sospesa dal Movimento 5 stelle insieme al collega Andrea Colletti per aver votato contro la riforma del taglio dei Parlamentari. Ieri è stata tra le prime deputate ad annunciare il suo dissenso rispetto alla risoluzione di maggioranza sulla riforma del Mes. Perché, ha spiegato oggi, “come molto altro, non apparteneva al nostro programma: ci siamo sempre battuti per il contrario. Di qui ieri il mio voto contrario sulla risoluzione contente la proposta di riforma in sede europea. Un voto di responsabilità verso di voi. Un voto di coerenza. La stessa coerenza che da questo momento in poi mi porta a scegliere di abbandonare il Movimento 5 stelle per rispetto di tutti coloro che si sentono traditi e della mia dignità”. E ha continuato: “Il nostro programma elettorale, che avrebbe messo una pietra tombale su un modo di fare politica oramai obsoleto e che ha avuto in un primo momento la straordinaria capacità di riavvicinare i cittadini alla gestione della cosa pubblica, era chiarissimo. Tra i punti qualificanti c’era lo smantellamento del Mes, impegno che come tanti altri è stato completamente disatteso. Ora, che il patto con gli elettori è stato nuovamente tradito, io non posso più restare in un Movimento che tratta come carta straccia l’impegno solenne preso con la sottoscrizione di un programma elettorale”.

Fabio Berardini, eletto in Abruzzo, ieri era tra i sei deputati intervenuti in Aula per annunciare il voto in dissenso: “Oggi, purtroppo, rimangono le macerie di un movimento che era partito con le migliori intenzioni ma che ha annientato qualsiasi contatto con il mondo reale grazie all’assenza di una minima organizzazione sui territori”, ha scritto oggi su Facebook. “Ieri si è consumato il colpo di grazia: dopo aver scritto nero su bianco sul programma elettorale ‘Smantellamento del Mes’ viene approvata una riforma (peggiorativa) di questo istituto. È ovvio che i vertici del M5s si sono calati completamente le braghe pur di mantenere la propria poltrona. Noi 13 deputati che abbiamo votato coerentemente con il nostro programma elettorale siamo stati minacciati di espulsione ed emarginati. Il clima – lamenta Berardini – è diventato talmente tossico che non mi riconosco più in questa forza politica”.

Articolo Precedente

Regione Puglia, la Commissione Sanità sarà guidata dal consigliere accusato di peculato sulle prenotazioni per le visite mediche dell’Asl

next
Articolo Successivo

Recovery Plan, perché l’ennesima task force quando ci sono già ministeri competenti?

next