Persone assembrate all’ingresso degli impianti di risalita e poi mentre sono in fila per salire sulla funivia. Le immagini scattate sabato (ieri) alla stazione sciistica di Verbier, nel Canton Vallese, hanno fatto in poco tempo il giro di Svizzera: il Paese europeo che ha scelto di andare controcorrente e tenere aperti gli impianti sciistici scopre le falle della propria strategia. E il consigliere di Stato del Cantone, Christophe Darbellay, parla di una “situazione inaccettabile”. Il modello elvetico è stato indicato da molti come la dimostrazione che era possibile la pratica dello sci per tutti anche durante la pandemia di coronavirus. Nel primo weekend di affollamento, però, almeno a Verbier l’organizzazione non ha retto e si sono viste le stesse immagini dello scorso marzo (quando proprio sulla neve si crearono i focolai che portano il virus in tutta Europa) oppure dello scorso 24 ottobre a Cervinia.

Le foto degli assembramenti sono state condivise su Twitter e riportate sul sito del quotidiano locale Nouvelliste.ch: “Tre settimane dopo Zermatt – si legge – tocca a Verbier fare il giro dei social network con immagini di sciatori che non rispettano le distanze sanitarie”. La Svizzera è sotto pressione – anche per l’aumento del contagio in alcuni cantoni – e già venerdì ha deciso una prima, seppur solo parziale, retromarcia: dal 22 dicembre, infatti, l’apertura delle singole stazioni invernali sarà autorizzata dai cantoni solo se la situazione epidemiologica lo consente. Inoltre, la portata degli impianti chiusi come le ovovie e le funivie, finora non regolata, è stata ridotta a due terzi.

Gli stessi cantoni in teoria si occupano anche di controllare il rispetto delle regole nei comprensori sciistici (obbligo della mascherina negli impianti di trasporto e distanziamento nelle file di attesa) e in caso di abusi ripetuti possono revocare l’autorizzazione. A Verbier però sabato questo non è successo: in teoria il protocollo sanitario prevedeva la mascherina per tutti nelle file e un distanziamento garantito dalla segnaletica orizzontale. Gli sciatori però non hanno rispetto le segnalazioni e nessuno è intervenuto: “In effetti, il protocollo messo in atto è stato poco rispettato in alcuni punti, motivo per cui sono in corso misure correttive“, ha spiegato Éloi Rossier, presidente del Comune di Bagnes, a 20minutes.ch.

Il vero problema, però, è stato il grande afflusso di persone. Anche per questo, nella vicina Francia, i giornali locali evidenziano che queste immagini siano la dimostrazione di come sia meglio aver chiuso gli impianti almeno in vista delle festività, quando con i turisti sarebbero arrivate molte più persone. Lo stesso Darbellay, consigliere del caonte, ha criticato la situazione a Verbier parlando a Le Nouvelliste: “Nel momento in cui l’intera Europa ci sta guardando, è inaccettabile che a Verbier non sia stato possibile di organizzare le code corrette, con barriere, segni sul terreno e un rigido richiamo alle regole”. Sui social però girano anche foto risalenti a giorni precedenti al 5 dicembre, in cui si vedono assembramenti in attesa di salire sugli impianti.

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