Regista, attore e drammaturgo. Il teatro italiano è in lutto per la morte a causa del Covid di Gigi Dall’Aglio, tra i fondatori di una delle prime cooperative teatrali in Italia e poi del Teatro Due di Parma. Aveva 77 anni e calcava i palcoscenici dal 1963. Come ricorda il Corriere della sera, aveva partecipato alle prove per lo spettacolo “In teatro non si muore…” che avrebbe dovuto debuttare il 31 ottobre, prima che la pandemia costringesse a un nuovo rinvio. E’ stato tra le altre cose direttore del Festival internazionale del Teatro Universitario e maestro in scuole d’arte drammatica come la Paolo Grassi a Milano. Ha diretto oltre 200 spettacoli in Italia e dal 1984 ha portato in scena “L’istruttoria” di Peter Weiss per non dimenticare lo sterminio degli ebrei nei campi di concentramento nazisti.

Pubblicato da Fondazione Teatro Due su Sabato 5 dicembre 2020

Ha inoltre collaborato a lungo, in occasione del Festival Teatrale di Resistenza, con l’Istituto Alcide Cervi di Gattatico (Reggio Emilia). “La sua scomparsa”, ha dichiarato Paola Varesi dell’Istituto, “ci lascia increduli e profondamente addolorati. Non avremmo mai immaginato di perderlo”. Gigi Dall’Aglio “è stata una delle più belle espressioni del teatro, inteso in forma totalizzante, arte e anche impegno civile, partecipazione attiva e coinvolgimento. È stato a Parma fra i fondatori della compagnia del collettivo, una delle prime esperienze di teatro di cooperazione, dove per Dall’Aglio è stato fondamentale l’aspetto della condivisione. È stato lungo il filo di questo intendere il teatro una forma di militanza, e anche di presidio dei valori democratici che lo abbiamo incontrato tanti anni fa, quando Gigi ha cominciato a dare il suo prezioso contributo al Festival di Resistenza di Casa Cervi. A Casa Cervi, dove è approdato anche il suo lavoro su Il caso Moro, Gigi Dall’Aglio è stato autorevole componente della giuria, anche in questa ultima edizione del luglio appena scorso, incontrando compagnie spesso molto giovani”.

“Accadeva di frequente che dopo la rappresentazione Gigi si fermasse a parlare con gli attori e i registi, in un dialogo fitto dove la sua esperienza enorme diventava dono, scambio alla pari, indirizzo e costruzione del futuro, del teatro ma anche delle donne e degli uomini che lo fanno. E con lo stesso spirito di ‘servizio’ e di reciprocità partecipava agli appuntamenti del dopo Festival”. Quindi ha chiuso Varesi: “È salito nella veste di giurato più volte sul palco del 25 luglio di Casa Cervi, nella ricorrenza della pastasciutta antifascista, in cui forse meglio che in altre occasioni si misura la pluralità delle forme che l ‘impegno può assumere. Lo vogliamo ricordare cosi, mentre parla al pubblico e al teatro, tenendo insieme su quel palco l ‘uomo, l’attore, il regista, e portando in scena un patrimonio umano e professionale che si ricostruiva per tutti e anche per sé ogni volta nel dialogo”. A questa riflessione si è aggiunta quella della presidente di Casa Cervi, Albertina Soliani: “Se n’è andato Gigi Dall’Aglio, un amico di Casa Cervi, un grande testimone dell’impegno civile. Sentiamo la sua mancanza, che diventa una nuova spinta per continuare a lavorare nell’orizzonte da lui indicato. Cultura, Teatro, coscienza, umanità: è la sua eredità per tutti noi. Abbracciamo la sua famiglia, e la Compagnia del Teatro Due. Addio, Gigi, ci mancherai tanto”.

A ricordare Gigi Dall’Aglio su Twitter, anche lo scrittore Paolo Nori: “C’è un mio amico che ha fatto la regia degli spettacoli teatrali più belli che ho vito”, ha scritto. “Ha diretto anche me, quando ho fatto l’attore, 13 anni fa, nove repliche al Mercadante di Napoli. Durante le prove mi diceva, continuamente: «Non recitare». E’ morto ieri. Che due maroni”.

Gigi la tua scomparsa ci lascia senza respiro, senza parole.
Eravamo tutti insieme proprio qualche mese fa, quando con…

Pubblicato da Festival Teatrale di Resistenza su Domenica 6 dicembre 2020

“E’ un anno triste sotto ogni punto di vista”, ha commentato su Facebook il sindaco Federico Pizzarotti. “Con la perdita di Gigi Dall’Aglio Parma perde un punto di riferimento culturale importante, e con lei l’arte in genere. Con il suo genio, e l’intelligenza che lo contraddistingueva, ha rappresentato parte della storia recente di Parma. Un bravissimo autore e un attore capace di far riflettere. Un abbraccio sincero alla famiglia, un ricordo commosso”.

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