La difficoltà ad approvvigionarsi di tamponi per la diagnosi del Covid non è legata soltanto all’elevata domanda. In Sicilia la Regione si è trovata costretta ad annullare in autotutela una gara d’appalto per una maxi-fornitura di test antigenici, ovvero i tamponi rapidi che in pochi minuti consentono di stabilire, con un adeguato livello di attendibilità, la positività al virus.

La decisione è stata comunicata nei giorni scorsi dalla Protezione civile regionale alle 21 imprese che erano state invitate a offrire un prezzo per l’acquisto di un milione di test rinofaringei e mezzo milione di test salivari. La procedura nel complesso valeva oltre otto milioni di euro, anche se in un primo tempo si era pensato di stanziarne più di 16 così da potere comprare il doppio dei test. All’appello avevano risposto soltanto tre imprese: la Alpha Pharma Service di Bitonto (Bari), la Pikdare di Casnate Con Bernate (Como) e la European Network Tlc. Quest’ultima è la società che edita la rivista Novella2002 e tra i cui consulenti ha avuto anche Vittorio Farina, lo stampatore accusato di bancarotta fraudolenta per il fallimento di Ilte.

Tutte e tre le pretendenti, però, hanno dovuto tirare i remi in barca proprio alla vigilia dell’apertura della busta contenente i ribassi. “Ragioni di regolarità del procedimento amministrativo e di salvaguardia del pubblico interesse non consentono la legittima prosecuzione della gara”, si legge nel documento con cui la Protezione civile ha disposto l’annullamento. Adesso bisognerà attendere l’indizione di un’altra procedura, con la consapevolezza che ciò inevitabilmente allungherà i tempi che le Aziende sanitarie provinciali e gli ospedali dovranno attendere per essere rifornite di tamponi. L’intoppo arriva in una fase in cui la Sicilia si è vista da poco collocare in zona gialla dopo un mese di zona arancione.

Per capire cosa sia andato storto, basta scorrere a ritroso quanto accaduto nelle scorse settimane. Tra i rilievi che hanno spinto la Regione allo stop c’è infatti la mancata possibilità per le aziende di concorrere per un singolo lotto. Cioè di poter scegliere di fare un’offerta soltanto per i tamponi salivari o, in alternativa, per quelli rinofaringei. “Come, invece, previsto nel progetto approvato”, sottolinea la Protezione civile, dando la colpa alle piattaforme su cui le imprese hanno caricato le buste virtuali. Tuttavia, prima che si chiudessero i termini per partecipare, era la stessa Protezione civile a dire a una ditta interessata alla gara che “la fornitura è unica“. Un altro problema ha riguardato l’indicazione del Cpv, codice che identifica la categoria merceologica dell’appalto e consente alle aziende di monitorare l’indizione di nuove gare. Ulteriori discordanze si sono registrate anche con quanto comunicato all’Autorità nazionale anticorruzione. “I dati di gara inseriti nel portale dedicato, quelli del portale Anac e quelli riportati nella lettera di invito sono parzialmente discordanti tra loro”, si legge nella disposizione che annulla la gara. Ilfattoquotidiano.it ha provato a contattare la Protezione civile regionale siciliana per una replica, senza riuscirci.

Il pasticcio con i tamponi arriva quasi in concomitanza con la revoca di un’altra gara. Stavolta non c’entra il Covid, ma la programmazione della pianificazione della campagna antincendio. Tema che in Sicilia fa discutere da anni, per l’incapacità di avviare per tempo le attività di prevenzione. La Regione, anche per questo, ha in mente di rinnovare il parco mezzi dei forestali ormai abbondantemente vetusto e per farlo ha stanziato 25 milioni di euro per l’acquisto di autobotti e furgoni. La procedura di gara, però, dopo essere stata indetta sfruttando la riduzione dei tempi introdotta con il decreto Semplificazioni, è stata stoppata in seguito alle proteste delle aziende del settore. I potenziali partecipanti hanno fatto notare come sarebbe stato impossibile, nel pieno di una pandemia, riuscire a rispettare le tempistiche così stringenti per un appalto che, norme alla mano, sarebbe aperto a tutta Europa.

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