Con la prima ondata di coronavirus si era subito capito che le compravendite immobiliari del 2020 sarebbero calate rispetto agli anni precedenti, ma per quanto riguarda l’andamento dei prezzi rimaneva una certa fiducia che avrebbero retto l’urto. Così non è stato. Come dimostra un recente studio condotto da Immobiliare.it, infatti, tra settembre e ottobre il costo del mattone è sceso in media dell’1,7%, con punte fino al -8,5% in Sardegna. E il trend al ribasso non ha risparmiato neppure quelle regioni dove a fine estate si vedeva qualche segnale di ripresa.

La tregua è finita

In generale il settore immobiliare risente di crisi improvvise come quella attuale in modo piuttosto lento. Questo fattore, unito all’atteggiamento prudente di chi voleva vendere la propria casa, spiega perché i prezzi hanno retto in primavera, mentre ora sono in discesa in tutto il Paese. Il risultato è che, rispetto ad aprile, i valori rilevati sono più o meno gli stessi, ma nel confronto con settembre si nota un calo generalizzato. «Se alla prima ondata chi aveva un immobile in vendita aveva reagito congelandone il prezzo, in attesa di comprendere come si sarebbe evoluta un’eventuale crisi economica, i numeri dimostrano che con la nuova emergenza sanitaria e i conseguenti lockdown i venditori hanno iniziato a rivedere i valori al ribasso» commenta Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Immobiliare.it.

Il calo più evidente nelle isole

Su base mensile, l’area d’Italia che ha perso di più sono le isole (-4,5%), seguite da Nord Ovest (-2,8%), Nord Est (-1,9%), Centro (-1,8%) e Sud (-1,2%). All’interno di questo quadro spicca, come abbiamo detto, la Sardegna, che è la regione dove si registra il maggiore calo. Non bene anche Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige (entrambe a -4,6%), e anche la Lombardia, sebbene il prezzo medio richiesto da chi vende casa sia cresciuto del 5% rispetto ad aprile: il trend al ribasso si deduce infatti dalla perdita dello 0,8% registrata fra settembre e ottobre. A Milano, in particolare, in un mese la discesa è stata del 2,2%.

Il commento di Carlo Giordano

«Da una parte i cali potrebbero servire a calmierare i costi nelle grandi città come Milano in cui l’accesso all’acquisto stava diventando complesso a causa del costante aumento dei prezzi; dall’altra, un nuovo ribasso potrebbe peggiorare la posizione dei venditori nelle aree in cui il mercato era già in difficoltà a causa di una minore domanda, come le province e le regioni del Sud».

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