“Oggi, in questi tempi di incertezza e fragilità, non sprechiamo la vita pensando solo a noi stessi, con l’atteggiamento dell’indifferenza“. Lancia quest’appello Papa Francesco oggi, 15 novembre, durante la messa in San Pietro per la quarta Giornata mondiale dei poveri. Una celebrazione per forza di cose diversa dagli altri anni per le restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria, in cui Bergoglio parla solo di fronte ad alcune rappresentanze di comunità di poveri. “In questi mesi, ha detto il Papa, nei quali il mondo intero è stato come sopraffatto da un virus che ha portato dolore e morte, sconforto e smarrimento, quante mani tese abbiamo potuto vedere!”. E ricorda che “questo è un tempo favorevole per sentire nuovamente che abbiamo bisogno gli uni degli altri, che abbiamo una responsabilità verso gli altri e verso il mondo”.

“I poveri sono al centro del vangelo: il vangelo non si capisce senza i poveri. I poveri sono nella stessa personalità di Gesù, che essendo ricco annientò se stesso, si è fatto povero, si è fatto peccato, la povertà più brutta”, ha continuato il Papa, sottolineando che “si avvicina il tempo del Natale, il tempo delle feste. Quante volte la domanda che si fa tanta gente: ‘cosa posso comprare? Cosa posso avere di più?’. Di guardare i negozi, comprare… Diciamo piuttosto l’altra parola: ‘cosa posso dare agli altri, per essere come Gesù che ha dato se stesso, ed è nato proprio in quel presepio?”. Infine Bergoglio dedica una riflessione al ricordo di don Roberto Malgesini, il “prete degli ultimi” ucciso il 15 settembre da un senzatetto a cui aveva dato più volte il suo aiuto: “Questo prete non faceva teorie, semplicemente vedeva Gesù nel povero e il senso della vita nel servire. Quest’uomo aveva compreso che doveva tendere la sua mano ai tanti poveri che quotidianamente incontrava, perché in ognuno di loro vedeva Gesù”.

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