Alcuni percepivano il contributo di autonomo sistemazione, cioè un assegno mensile destinato ai terremotati, ma vivevano altrove, fuori dal cratere sismico. Mentre altri risultavano assegnatari di casette per l’emergenza, ma non utilizzavano le abitazioni oppure non ne avevano i requisiti. Sono questi i motivi che hanno portato alla denuncia di 131 persone che, di fatto, percepivano aiuti in quanto vittime del sisma, ma senza averne il diritto. In tutto circa 3 milioni di euro di percezioni indebite e danno erariale. Due le indagini portate avanti dalla Guardia di Finanza, coordinate dal procuratore di Macerata, Giovanni Giorgio, che hanno portato ad individuare le condotte illecite.

Una prima, denominata Anubi II, portata avanti dalla Guardia di Finanza di Camerino, che, sulla scia di una precedente operazione del 2018 che aveva portato alla denuncia di 120 persone, ha effettuato controlli sui contributi stanziati per i terremotati. Segnalate 89 persone che, fanno sapere i militari con un comunicato stampa, come riporta il quotidiano locale Piceno Oggi, “seppur formalmente residenti nei comuni del cratere sismico”, in realtà “vivevano stabilmente altrove”, violando quindi il criterio del domicilio principale in un comune colpito dal sisma per ottenere il contributo per l’affitto. Per individuare gli illeciti sono stati effettuati riscontri sui consumi delle utenze domestiche, e sono state prese informazioni da vicini di casa, datori di lavoro ma anche postini e medici curanti, nonché banche di riferimento. In totale sono stati presi indebitamente circa 670mila euro, di cui “circa 310mila già sequestrati”.

La seconda operazione, invece, denominata “Domus Vacue”, ha indagato su abusi e irregolarità riguardanti le Soluzioni Abitative d’Emergenza, cioè le casette emergenziali date a chi ha perso la propria abitazione, e realizzate all’interno dei crateri per evitare lo spopolamento dell’entroterra. Le Fiamme Gialle hanno riscontrato, in questo caso, grazie a indagini nelle aree delle Sae e alla collaborazione dei Comuni coinvolti, 42 condotte illecite. Le persone denunciate hanno infatti utilizzato le abitazioni senza avere i requisiti o non le hanno mai utilizzate.

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