Zonaeuro

Recovery fund, trovato un compromesso tra Consiglio e Parlamento: “16 miliardi in più per ricerca, salute, Erasmus e investimenti”

L'Eurocamera ottiene un rafforzamento dei "programmi faro" della Ue. Gli Stati membri dovranno approvare l'accordo insieme agli altri elementi del pacchetto. Compreso il regime di condizionalità legato al rispetto dello stato di diritto su cui si è trovato un accordo provvisorio (contestato dal blocco di Visegrad) il 5 novembre

Fumata bianca per Recovery e Bilancio“. Il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, ha commentato così la notizia arrivata da Bruxelles a metà pomeriggio. Dopo mesi di negoziati e molte false partenze, i negoziatori di Consiglio e Parlamento europeo hanno trovato un accordo sul prossimo bilancio pluriennale da 1.074 miliardi e sul pacchetto per la ripresa post Covid da 750 miliardi di euro concordato a luglio dai leader. Ad annunciarlo via Twitter è stato Sebastian Fischer, portavoce della presidenza di turno tedesca del Consiglio. Gli elementi dell’intesa riguardano il “rafforzamento mirato dei programmi Ue”, nel rispetto delle conclusioni dei capi di Stato. Il Parlamento ha ottenuto 16 miliardi in aggiunta al pacchetto concordato dai capi di Stato: 15 rafforzeranno i programmi faro dell’Ue per “proteggere i cittadini dalla pandemia, garantire opportunità alla prossima generazione e preservare i valori europei”. Un miliardo di euro andrà ad aumentare la flessibilità di bilancio per far fronte a possibili esigenze e crisi future.

L’accordo sul quadro finanziario pluriennale 2021-2027 era necessario per consentire al Consiglio di approvare la decisione sulle risorse proprie, ferma per l’opposizione di alcuni Stati membri, che, considerando l’Mff e il Recovery Plan come un pacchetto unico, volevano che prima venisse trovato un accordo con il Parlamento. Il Parlamento ed il Consiglio Ue dovranno dare ora l’ok definitivo. Poi sarà la volta degli Stati membri, che dovranno approvarlo insieme agli altri elementi del pacchetto. Compreso il regime di condizionalità legato al rispetto dello stato di diritto su cui si è trovato un accordo provvisorio (contestato dal blocco di Visegrad) il 5 novembre.

L’Eurocamera aveva chiesto un aumento di circa 20 miliardi della dotazione di una quindicina di capitoli di spesa, dal programma Horizon per la ricerca all’Erasmus. L’intesa finale, come hanno fatto sapere gli eurodeputati del Ppe Jan Olbrycht e José Manuel Fernandes che hanno negoziato il bilancio, prevede “16 miliardi di euro in più per i programmi faro dell’Ue su ricerca, salute, Erasmus, protezione delle frontiere esterne, investimenti, politica di vicinato, aiuti umanitari, progetti della società civile e cultura“.

Attraverso “negoziati intensi siamo riusciti a correggere pericolosi tagli di bilancio e preparare meglio l’Ue” ad affrontare “circostanze impreviste e nuove sfide”, ha detto Olbrycht. Il gruppo Ppe avrebbe voluto aumenti anche per altri programmi faro dell’Ue, ma gli Stati membri non erano pronti a farlo, precisa la nota. L’accordo rafforza il controllo del Parlamento sul Recovery fund nella procedura di bilancio annuale. Vincola inoltre il Consiglio a una tabella di marcia per l’introduzione di nuove entrate dirette per sostenere il bilancio dell’Ue ora e in futuro, contribuendo a ripagare il debito che sarà contratto dalla Commissione per raccogliere i 750 miliardi del Recovery fund.