Una sorta di cauzione da 300mila euro per ottenere il dissequestro delle due villette sul lago di Garda. È quella che hanno offerto alla Lombardia film commission Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, i due commercialisti della Lega (già revisori contabili del partito in Parlamento). Il denaro è legato alla loro istanza di dissequestro di due villette sul lago di Garda, che sono state sequestrate dalla Guardia di Finanza ai due commercialisti a fine ottobre. L’elemento è emerso nell’udienza di oggi davanti al Riesame, che deciderà nei prossimi giorni.

Le villette sarebbero, secondo i magistrati milanesi, il “reinvestimento” del profitto del peculato, ovvero di parte degli 800 mila euro di fondi pubblici incassati dai contabili con la compravendita – che per l’accusa sarebbe stata “gonfiata” – del capannone di Cormano alla Film commission. La difesa dei due professionisti nell’istanza al Riesame ha puntato, in particolare, su due perizie che dimostrerebbero la “congruità” del prezzo a cui è stato acquistato l’immobile dall’ente partecipato dalla Regione. Una delle perizie, come emerso nelle scorse settimana, era stata richiesta dall’attuale presidente di LFC Alberto Dell’Acqua.

Alla Procura, come emerso in udienza, risulta che la cauzione versata da Di Rubba e Manzoni (due bonifici da 144mila e 163mila euro) sia stata accettata da Lfc. Ai giudici del Riesame, intanto, l’aggiunto Eugenio Fusco e il pm Stefano Civardi hanno depositato delle note per confermare il quadro indiziario grave venuto a galla dalle indagini sul caso Lfc, inchiesta che tra l’altro si è allargata a presunti fondi neri raccolti dai contabili per la Lega e che si intreccia con le indagini genovesi sui famosi 49 milioni di euro. Davanti al Riesame per sostenere il sequestro del “profitto” del reato gli inquirenti hanno citato anche giurisprudenza della Cassazione.

Da un’annotazione della Guardia di Finanza emerge poi che già nel novembre 2016 Di Rubba, ex presidente della Lombardia Film Commission e direttore amministrativo della Lega al Senato, e l’imprenditore Francesco Barachetti effettuarono un sopralluogo nel capannone di Cormano e sempre nel novembre 2016, più di un anno prima del preliminare di vendita dell’immobile tra Andromeda e Lfc, sarebbe stata fatta una proposta di vendita a Lfc.

Per la procura dall’annotazione emergono due elementi chiave che dimostrerebbero che l’operazione sul capannone venne preparata dai commercialisti vicini al Carroccio, ma anche dall’imprenditore vicino alla Lega Barachetti (indagato anche lui per peculato), quasi 13 mesi prima della vendita effettiva. Da alcuni documenti sequestrati proprio a Barachetti, come emerge dall’annotazione, sono state trovate delle piantine, dei disegni col progetto sul capannone e pure un rendering e in uno dei disegni compare anche la data del sopralluogo al capannone (11 novembre 2016) effettuato da Di Rubba e dall’imprenditore. Su alcuni backup di documenti informatici di Michele Scillieri, altro commercialista arrestato (backup che aveva a disposizione un altro personaggio emerso nelle indagini, Davide Colomba), gli investigatori hanno trovato, poi, una proposta di vendita di quell’immobile dalla società Paloschi che lo deteneva ad LFC, e anche questa del novembre 2016. La vendita del capannone alla Film Commission, attraverso la società Andromeda, riferibile a Scillieri, venne realizzata con un preliminare di vendita solo nel dicembre 2017. Oltre un anno dopo.

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