L’Inter continua a sbagliare. Sbaglia Hakimi, il grande acquisto dell’estate, il grande ex della serata che però sembra giocare ancora con la sua vecchia squadra a cui spiana la strada con un retropassaggio suicida. Sbaglia tutta la squadra, che proprio non ce la fa a condurre in porto una gara normale. Probabilmente qualcosa sbaglia pure Conte, visto che il gioco c’è, i gol pure, ma i risultati sono questi. L’Inter perde a Madrid 3-2 contro il Real, una partita forse decisiva per la Champions League, in cui è andata sotto di due reti, ha rimontato e sfiorato persino la vittoria, ma ha incassato l’ennesima beffa nel finale. I gol di Lautaro e Perisic, l’ennesima prestazione super di Barella, le idee e la personalità, che ci sono state, evidentemente non bastano. Così un girone che sembrava finalmente abbordabile si è trasformato nell’ennesima roulette russa, in cui lo Shakhtar che aveva vinto a Madrid e costretto i nerazzurri a reti bianche ne prende addirittura sei in casa dal Borussia Monchengladbach, che è primo. Il Real si risolleva, e l’Inter è proprio ultima.

Finale da incubo per i nerazzurri. Un po’ come l’inizio. Il Real non sarà il miglior Real, non lo è di certo, ma è pur sempre il Madrid. E l’Inter lo sente, lo paga almeno in avvio di gara, quando prova a tener alta la palla, schema fondamentale per innescare gli inserimenti che piacciono a Conte, ma senza Lukaku fatica terribilmente a riuscirci: sarà una costante di tutto il match. Dopo tre minuti serve un miracolo di Handanovic su Asensio per evitare lo svantaggio immediato. Da subito, però, si vede anche che una volta saltato il primo pressing, asfissiante, feroce dei madrileni, il campo potrebbe aprirsi. Barella colpisce una traversa su un contropiede che avrebbe dovuto essere gol, senza le indecisioni fatali di Hakimi e Perisic.

La partita si gioca tutta lì, sulla trequarti nerazzurra, nella capacità madrilena di rubar palla in posizione pericolosa e quella nerazzurra di sfuggirle. È un equilibrio precario che dura mezz’ora, di rara intensità. Ma l’Inter lo spezza facendosi gol praticamente da sola. Con un retropassaggio folle di Hakimi, che manda in porta Benzema, e complica tutto. Oltre agli errori, ci sono anche gli episodi, i colpi dei campioni. Come Sergio Ramos, difensore che segna come un attaccante, anche stavolta (la centesima in camiseta blanca), col suo pezzo migliore, il colpo di testa da calcio d’angolo. In un attimo l’Inter si ritrova sotto 2-0. Quando tutto sembra perduto quasi per caso rientra in partita: con una magia di Barella, assist di tacco, e il gol di Lautaro.

La ripresa comincia dal 2-1, ed è un’altra partita, a ritmi più lenti, perché sarebbe stato impossibile mantenerli per 90 minuti e perché il Real ha abbassato il baricentro, pensando anche a conservare il vantaggio. Però l’Inter ha il merito di continuare a crederci, la capacità di fare la partita con continuità, fuori casa contro il Real. Non è cosa da poco. Il pareggio se lo costruisce con un’altra palla persa in mezzo: passaggio di prima di Vidal, assist di testa di Lautaro, Perisic strozza il sinistro ma trova comunque la porta e il gol del 2-2.

Di nuovo in parità, a venti minuti dalla finale e con una classifica angosciante per entrambe, la partita torna ad essere folle, come spesso i match dei nerazzurri. Sull’ennesimo errore della gara, stavolta di Mendy, il match ball capita sul destro di Lautaro, che cerca l’incrocio col tiro a giro: sarebbe un capolavoro, rimane un’incompiuta. Esce di poco anche il mancino di Perisic. Così il 3-2 di Rodrygo, subito all’80’ da un’azione banale, in cui quasi tutti i nerazzurri fanno il movimento sbagliato, è davvero una beffa. L’Inter perde una partita che sembrava già persa dopo mezz’ora, aveva rimesso in piedi e pensato persino di poter vincere. L’Inter semplicemente continua a sbagliare. Solo che gli errori cominciano a diventare troppi. Quello di stasera potrebbe essere già stato fatale per la qualificazione in Champions League.

Twitter: @lVendemiale

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