La recente ordinanza della Regione Lombardia che prevede la didattica a distanza per tutti gli studenti delle scuole superiori lombarde a partire da oggi è sbagliata. Così come è eccessivo il compromesso raggiunto nell’ultimo Dpcm che prevede per almeno il 75% la didattica a distanza (Dad).

Quasi tutte le scuole superiori lombarde hanno adottato provvedimenti di riorganizzazione degli orari scolastici e di turni e scaglionamenti per consentire il più possibile le lezioni in presenza. Anche i rigidi protocolli di sanificazione delle strutture e di distanziamento sono quasi dappertutto rispettati. Il vero perdente in questa occasione è stato il trasporto pubblico, che spesso non ha garantito le misure di sicurezza a bordo dei mezzi con il necessario distanziamento anche se i flussi degli ingressi e delle uscite sono stati ridotti (del 50% in molti casi e del 66% in altri) e contingentati.

La notizia che nel cremonese un gruppo di genitori di Calvatone, Tornata e Piadena e un altro gruppo del Bresciano di Monticelli Brusati hanno noleggiato un torpedone turistico per portare i loro figli a scuola (negli Istituti di Cremona e di Iseo) nella massima sicurezza e distanziamento i primi con un costo irrisorio, di poco più alto dell’abbonamento ordinario dei mezzi e i secondi allo stesso costo, deve fare riflettere. Non si capisce perché le regioni non abbiano ancora emanato una ordinanza che impone ai Comuni di disporre il potenziamento dei servizi di trasporto, soprattutto quelli scolastici, rivolgendosi ai servizi di noleggio con conducente. Servizi che nella sola Lombardia dispongono di un migliaio di mezzi (fermi) e di altrettanti autisti (in Cig). Cioè quello che tutti si aspettavano fosse pronto e fatto nei sette mesi dal termine del lockdown. Inoltre si tratterebbe di una spesa modesta, ma tra le più utili in questa fase di pandemia.

Da sette mesi a questa parte invece nessun Governatore o quasi (il problema esiste in tutta Italia) ha deliberato ordinanze in questo senso al punto di dover mettere in discussione uno degli obiettivi prioritari in questa fase: tenere aperte le scuole di ogni ordine e grado. Ciò a causa dell’inefficienza del sistema dei trasporti pubblici. L’emergenza Covid richiede una flessibilità e un’innovazione che finora le aziende di trasporto pubblico non hanno avuto, adagiate come sono su modelli di trasporto superati, contributi pubblici a pioggia, rigidità organizzative e forte consociativismo. L’Europa in questo campo ha fatto passi da gigante, mentre l’Italia è ferma agli anni ’80 del secolo scorso.

Questo fa emergere l’assurda normativa monopolistica in vigore: nemmeno in una emergenza estrema si può ammettere la presenza di più operatori, quando agisce una concessione esclusiva anche se generalmente mai affidata con una gara vera. Gli attuali operatori concedono quindi solo subappalti affidati a loro stessi, di cui controlleranno le condizioni economiche al fine di non far emergere ai decisori e all’opinione pubblica che molti servizi potrebbero essere affidati a prezzi più bassi e a qualità maggiore di quelli da loro proposti (come accaduto in Europa).

Occorre da subito fare in modo che, pur garantendo la remunerazione dei concessionari attuali, in questa emergenza siano possibili gli affidamenti dei servizi di trasporto a soggetti terzi (noleggi con conducente e altri) su una base competitiva e trasparente.

Articolo Precedente

L’Alto Adige rinuncia ai mercatini di Natale e dà il benvenuto ai cannoni sanificanti

next
Articolo Successivo

Coronavirus: se oggi la crisi è più dura è per problemi di origini antiche, ma mai risolti

next