“I numeri attuali del contagio e dei ricoveri in terapia intensiva testimoniano l’inutilità dei sacrifici fatti da milioni di italiani con il lockdown e della perdita di 8 punti di Pil. Siamo di nuovo al punto di partenza“. È il commento di Andrea Crisanti, professore ordinario di microbiologia all’Università di Padova, nel corso della trasmissione “Piazzapulita” (La7).

Il sistema di tracciamento italiano si è sbriciolato più di una settimana fa – spiega – quando cioè abbiamo raggiunto i 2mila casi. Siamo al punto di rottura: dopo che si è arrivati a 2mila casi e sono aumentati i contagi, non c’è stato più controllo. Per riprenderlo, le uniche nostre armi sono le misure restrittive e il distanziamento sociale. Non ce ne sono altre. Ma il problema non è quello di diminuire i casi, perché questo a marzo e ad aprile. Il problema è un altro. Supponiamo che le misure che mettiamo in atto adesso facciano effetto. Ci dobbiamo chiedere: come consolidiamo questi risultati? Altrimenti ricominciamo questo ciclo perverso un’altra volta. Due o tre cicli di questi alti e bassi fino all’arrivo del vaccino è in grado di distruggere qualsiasi economia e minare la coesione sociale“.

Crisanti aggiunge: “Due o tre mesi fa, in una serie di colloqui informali, avevo prefigurato esattamente questo scenario. Avevo allora suggerito di creare un sistema di sorveglianza che fosse in grado di fare 400mila tamponi al giorno, proprio per ricostruire la catena di contagio e interromperla. Questo piano non è stato seguito. Allo stato attuale, è assolutamente impensabile un lockdown nazionale. Credo che noi dovremmo guadagnare tempo e tra due mesi fare un reset, cioè fare circa 3 mesi di restrizioni un po’ più severe al fine di abbattere i numeri e riportarli a livelli gestibili dal contact tracing. Altrimenti non ne esce”.

Crisanti, infine, sottolinea il ritardo delle misure attuate dal governo e chiosa: “Se avessimo messo in campo il piano di contact tracing che avevo proposto, ora non avremmo avuto bisogno di nessuna restrizione e avremmo avuto un vantaggio economico formidabile rispetto a tutti gli altri paesi europei. Non essendo stato messo in cantiere questo piano, le misure restrittive forse sarebbero dovute essere prese prima, perché qualsiasi misura restrittiva dà i suoi effetti dopo due settimane. Quindi, ora siamo destinati a vedere un aumento giornaliero di casi. Se manteniamo i casi a questo livello, non saremo mai in grado di riportarli giù con nessun sistema di contact tracing o con nessun sistema di sorveglianza”.

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