Niente più ricetta medica per le minorenni che decidono di acquistare in farmacia la “pillola dei cinque giorni dopo” (l’ulipristral acetato, nome commerciale EllaOne) per evitare una gravidanza indesiderata in caso di rapporto sessuale ritenuto a rischio. Lo ha stabilito l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) con una determina dell’8 ottobre. L’obbligo di prescrizione medica per le maggiorenni era stato cancellato nel 2015. “Si tratta di uno strumento altamente efficace per la contraccezione d’emergenza per le giovani che abbiano avuto un rapporto non protetto, entro i cinque giorni dal rapporto – dichiara in una nota il direttore generale Aifa, Nicola Magrini – ed è anche, a mio avviso, uno strumento etico in quanto consente di evitare i momenti critici che di solito sono a carico solo delle ragazze. Voglio sottolineare che si tratta di contraccezione di emergenza e che non è un farmaco da utilizzare regolarmente”. Si tratta di una “una svolta per la tutela della salute fisica e psicologica delle adolescenti”, scrive l’Aifa.

La “pillola dei cinque giorni dopo” non va privilegiata, dunque, rispetto ai metodi contraccettivi che si usano prima del rapporto sessuale, come i contraccettivi ormonali (pillola estroprogestinica, anello contraccettivo, cerotto transdermico, contraccettivo sottocutaneo), o durante il rapporto (preservativo o diaframma). “Questi sono i metodi più efficaci, sicuri e senz’altro con meno effetti collaterali – spiega Claudio Crescini, ginecologo dell’Asst Bergamo Est e vicepresidente dell’Associazione degli ostetrici e ginecologi ospedalieri italiani (Aogoi) -. L’abolizione della prescrizione medica rappresenta un vantaggio nella misura in cui le ragazze minorenni ignorando il più delle volte le procedure per ottenere la ricetta o avendo difficoltà a prendere appuntamento con il proprio medico di famiglia o ginecologo, o ad accedere al consultorio, hanno meno probabilità di ricorrere all’aborto o di diventare madri in età troppo precoce. C’è anche uno svantaggio però – avverte Crescini – aver tolto la consulenza con il medico o il consultorio, che aiuta l’adolescente ad avere un approccio più consapevole alla sessualità, magari imparando che la prevenzione contro una gravidanza non voluta non va confusa con quella dalle infezioni trasmissibili sessualmente, soprattutto in caso di partner non fissi”.

Per supplire a questo deficit culturale, l’Aifa, annuncia Magrini, “svilupperà presto un sito ad hoc, con informazioni e indicazioni approfondite sulla contraccezione”. “Al momento dell’acquisto in farmacia – aggiunge Magrini – il farmaco sarà accompagnato da un foglio informativo che ha lo scopo di promuovere una contraccezione informata ed efficace ed evitare un uso inappropriato della contraccezione di emergenza”. Allo stesso tempo, secondo il vicepresidente Aogoi “sarebbe fondamentale introdurre l’educazione sessuale a scuola”. Le gravidanze nelle teenager, ricorda il direttore Aifa, “sono un importante indicatore di sviluppo di una società, che va tenuto ai minimi livelli”. Anche nell’ottica di migliorare la salute sessuale delle adolescenti. Aifa sottolinea che le madri adolescenti hanno “meno probabilità di portare a termine gli studi e di conseguenza una minore possibilità di occupazione e di futuro inserimento nel mondo del lavoro”, “maggiori probabilità di crescere i propri figli da sole e in povertà”, e che “la gravidanza adolescenziale, inoltre, è associata a un più elevato rischio di morbosità/mortalità perinatale”.

Articolo Precedente

Nobel per la pace, Brindisi città modello del World Food Programme: solo nel 2019 partite 428 tonnellate di aiuti umanitari

next
Articolo Successivo

Ddl Zan, Milano in piazza contro l’omotransfobia: “Basta scuse”. Il deputato dem: “Salvini e Meloni ritirino le pregiudiziali di costituzionalità”

next