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Onorificenza alla memoria per Teresa Scavelli, la baby sitter calabrese uccisa in Svizzera per salvare tre bambini da un aggressore

L'episodio è avvenuto il 2 settembre nel cantone di San Gallo. L'avvocato della famiglia: "Dopo l’iniziale silenzio del governo elvetico, che non ha contribuito neanche alle spese per il trasporto della salma in Italia, siamo soddisfatti di questi segnali d’attenzione giunti dalle istituzioni". Il capo dello Stato conferirà alla donna la Gran Croce d'onore dell'Ordine della Stella d'Italia
Onorificenza alla memoria per Teresa Scavelli, la baby sitter calabrese uccisa in Svizzera per salvare tre bambini da un aggressore
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Teresa Scavelli, la 46enne calabrese uccisa in Svizzera da un giovane con problemi psichiatrici nel tentativo di salvare i tre bambini a cui stava facendo da baby sitter, entro il 2020 sarà insignita della Gran Croce d’onore dell’Ordine della Stella d’Italia. Ad annunciare l’onorificenza speciale, concessa dal Presidente della Repubblica a coloro che hanno perso la vita o subìto gravi lesioni svolgendo attività di alto valore umanitario all’estero, è stato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che sta seguendo il caso tramite l’ambasciata italiana in Svizzera. Un primo passo, dunque, verso la “ricompensa al valore civile” richiesta a gran voce dall’avvocato della famiglia Francesco Verri. Subito dopo il delitto, avvenuto il 2 settembre nel cantone di San Gallo, dove l’aggressore è stato ucciso dalla polizia chiamata da una vicina di casa, il legale ha inviato infatti una richiesta di ausilio diplomatico e un appello allo Stato italiano affinché intervenga presso le autorità svizzere, finora reticenti nell’assistere la famiglia.

L’onorificenza alla memoria di Scavelli è prevista entro fine anno, mentre per i familiari della donna – calabrese di nascita, veronese di adozione e poi trapiantata in Svizzera per lavoro – rimangono un’incognita le indagini condotte dal Procuratore e dalle Forze di Polizia locali. “Ad oggi non abbiamo notizie ufficiali su quanto accaduto, la ricostruzione in nostro possesso è quella appresa dai giornali“, chiarisce l’avvocato. “È importante acquisire informazioni certe circa la biografia dell’aggressore, definito un soggetto con disturbi psichici, per stabilire le responsabilità della Svizzera, anche alla luce della giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo”, spiega, mostrando anche una lettera di vicinanza fatta pervenire alla famiglia della donna da parte del console onorario d’Italia a San Gallo, Georg Paul Burger.

Il console ha assicurato l’interessamento delle Autorità diplomatiche italiane per fare chiarezza sull’omicidio. Stando alle informazioni diffuse dagli inquirenti, la 46enne è stata colpita ripetutamente con una padella di metallo in testa dall’aggressore, entrato all’improvviso nell’abitazione dove vivono i 3 bambini di cui lei si stava prendendo cura. “Dopo l’iniziale silenzio del governo elvetico, che non ha contribuito neanche alle spese per il trasporto della salma in Italia, siamo soddisfatti di questi primi importanti segnali d’attenzione giunti dalle istituzioni che ringraziamo per la sensibilità. A distanza di un mese dall’omicidio, però, ci aspettiamo di ricevere a breve informazioni dalle autorità svizzere per capire quali iniziative intendano assumere”, conclude il legale Verri, esplicitando la gratitudine della famiglia nei confronti dei gesti di solidarietà compiuti da alcuni cittadini svizzeri dopo l’accaduto.

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