Dalla spesa nei supermercati a lunghe passeggiate e soste in locali pubblici. I dipendenti dell’Agenzia regionale per lo sviluppo dell’agricoltura calabrese (l’Arsac) si dedicavano finanche alle pratiche sportive durante l’orario di lavoro. In cinque sono finiti agli arresti domiciliari mentre altri per altri dieci il gip Carlo Alberto Indellicati ha disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. L’operazione “Swipe” è scattata stamattina all’alba quando l’ordinanza di custodia cautelare è stata eseguita dagli agenti della sezione investigativa del commissariato di polizia di Gioia Tauro e della squadra mobile su richiesta del procuratore di Palmi Ottavio Sferlazza e del pm Rocco Cosentino. Gli indagati sono tutti residenti in provincia di Reggio Calabria.

Ai dipendenti dell’Arsac, gli inquirenti contestano di essersi assentati dal servizio o di non essersi proprio presentati sul luogo di lavoro. Eppure, stando all’impianto accusatorio, tutti avevano attestato di lavorare attraverso la cosiddetta “strisciata” del badge che, però, era stata effettuata da altri colleghi. Nel corso delle indagini, gli investigatori si sono avvalsi delle intercettazioni ma anche di telecamere piazzate negli uffici dell’Arsac che si trova in contrada Bettina a Gioia Tauro, a pochi passi dal commissariato. Grazie alle video-riprese e ai pedinamenti effettuati nei confronti degli indagati, i pm sono riusciti a dimostrare come alcuni dipendenti dell’agenzia si allontanavano regolarmente dal posto di lavoro. C’è chi approfittava per andare a fare la spesa e chi, semplicemente, si dedicava a passeggiare o a fare sport con buona pace dei compiti che la Regione Calabria ha affidato all’Arsac. L’agenzia, infatti, si dovrebbe occupare dello sviluppo “dell’agricoltura regionale mediante azioni di promozione, divulgazione, sperimentazione e trasferimento di processi innovativi nel sistema produttivo agricolo, agro-alimentare ed agroindustriale”. Nei confronti dei 15 destinatari dell’ordinanza e di altri tre indagati, inoltre, il gip Indellicati, ha disposto il sequestro preventivo equivalente alle somme indebitamente percepite: in tutto circa 12mila euro che corrispondono alle giornate di lavoro risultanti dalle “strisciate” ma, di fatto, non effettuate dai dipendenti dell’Arsac.

Articolo Precedente

I vescovi: “Crisi non accentui diseguaglianze, si usino i fondi Ue in maniera intelligente. La burocrazia e le mafie sono un cancro”

next
Articolo Successivo

Mascherina obbligatoria anche all’aperto in Campania: la nuova ordinanza di De Luca

next