Tesla fa causa all’amministrazione Trump sui dazi imposti all’import di alcuni componenti per auto che la società produce in Cina. Tesla, riporta la stampa americana, ha presentato ieri la sua azione legale alla Us Court of International Trade di New York, e punta a ottenere un ordine che dichiari i dazi fuori legge e le restituisca, con gli interessi, quanto già pagato

Martedì si è svolto il “battery day” del gruppo in cui sono state annunciate alcune novità. L’evento ha però deluso gli addetti ai lavoro: molto fumo e poco arrosto. Il gruppo ha quindi perso circa quasi un quinto del suo valore di borsa in due sole sedute con una capitalizzazione che si è ridotta di circa 100 miliardi di dollari di valore di borsa in una giornata. Rimane comunque impressionante i guadagno messo a segno nell’ultimo anno, con le azioni che hanno moltiplicato per otto il loro valore.

Gli investitori si aspettavano che gli annunci comprendessero lo sviluppo di una batteria “da un milione di miglia” valida per almeno 10 anni o,almeno, un preciso obiettivo di riduzione dei costi che finalmente avrebbe portato il prezzo di un veicolo elettrico al di sotto di quello di un’auto a benzina. Si attendevano insomma notizie che consentissero di considerare, per ora, al sicuro il primato tecnologico rispetto ai concorrenti.

Il fondatore di Tesla Elon Musk non ha però annunciato quanto sperato. Ha genericamente promesso di dimezzare i costi della batteria con nuove tecnologie e processi e di fornire un’auto elettrica economica” entro i prossimi anni. “In tre anni possiamo fare un’auto da 25mila dollari (22 mila euro circa) che sarà sostanzialmente alla pari forse leggermente migliore di un’auto a benzina” ha detto Musk. Gli investitori sanno però che il gruppo ha diversi precedenti di obiettivi disattesi. Tesla si aspetta di arrivare ad una capacità produttiva fino a 20 milioni di veicoli elettrici all’anno. Quest’anno, l’intera industria automobilistica prevede di consegnare 80 milioni di auto a livello globale.

TRUMP POWER

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