“Desidero ricordare in questo momento Don Roberto Malgesini” . È arrivato anche il ricordo di Papa Francesco per il sacerdote di Como ucciso nella giornata di martedì. Conosciuto come “il prete degli ultimi” per il suo forte impegno nel dare assistenza a migranti ed emarginati, secondo le prime ricostruzioni Malgesini è stato accoltellato da un senzatetto di origini tunisine con problemi psichici. Nel corso dell’udienza generale Bergoglio ha definito il presunto assassino come “una persona bisognosa e malata di testa, che lui stesso aiutava”. Il pontefice nel suo ricordo ha voluto unirsi “al dolore e alla preghiera dei suoi famigliari e della comunità comasca , e come ha detto il suo vescovo, rendo lode a Dio per la testimonianza, cioè per il martirio, di questo testimone della carità verso i più poveri”.

Un dolore che si unisce a quello già espresso dalla Caritas diocesana di Pavia: “Ci uniamo con la preghiera ai suoi familiari, alla Diocesi e in particolare alla Caritas di Como con la quale abbiamo condiviso tanti momenti del nostro cammino nella Delegazione Caritas Lombardia. Certi che questi fatti ci devono far riflettere sulla grave situazione in cui molte persone versano e come una miseria sempre più cattiva e aggressiva stia segnando la vita di molti fratelli e sorelle, chiediamo a tutti di non rendere vana la Croce di Cristo, vincendo il male con il bene, e impegnandoci a discernere questo tempo così difficile e complesso”.

Anche i musulmani d’Italia esprimono dolore per la morte del sacerdonte: “Ci giunge la triste notizia dell’uccisione di Don Roberto Malgesini, parroco di Como, conosciuto come il prete degli ultimi, ucciso per mano di un senzatetto affetto da gravi problemi psichici che lo stesso Don assisteva”, dice una nota il presidente dell’Unione delle Comunità islamiche in Italia (Ucoii), Yassine Lafram.

E mentre la comunità di Como è “attonita” e “orfana”, come l’ha definita il sindaco Mario Landriscina, nella piccola frazione di Regoledo di Cosio Valtellino, da dove proveniva il sacerdote, molti cittadini hanno portato fiori e preghiere. Una vera e propria veglia quella organizzata ieri sera con i componenti della giunta comunale si sono raccolti per pochi minuti per ricordare la figura del sacerdote, insieme alle persone del luogo. “Lavorava senza sosta per aiutare i più bisognosi, senza condizionamenti. Non ha mai puntato ad avere una sua parrocchia da gestire, ma desiderava unicamente stare in mezzo a chi soffre”, sono le parole scelte dal parroco di Regoledo, Vito Morcelli.

Il presunto assassino, intanto, è in isolamento nel carcere del Bassone: si chiama Ridha Mahmoudi, 53 anni, ed è di origine tunisina. Sarà interrogato domani dal gip. Sentito in questura ha ammesso di avere ucciso il prete – peraltro si era costituito lui stesso ai carabinieri – rivendicando l’omicidio sulla base di motivazioni confuse e deliranti.

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