“Sono felice di fare un enorme augurio ai ragazzi che tornano a scuola: sono fortissimi e sono loro che con la loro attenzione e con la loro voglia di imparare si prendono sulle spalle il problema della scuola. Attraverso la conoscenza si diventa grandi”. E’ l’augurio espresso agli studenti italiani dalla senatrice a vita Liliana Segre, ospite de “L’aria che tira”, su La7.

Segre spiega come lo studio sia stato per lei la salvezza dalla tragedia che ha vissuto nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. E aggiunge, facendo riferimento al 1938, anno delle leggi razziali fasciste: “Avevo 8 anni e sentii dire dal mio papà che non avrei potuto più frequentare la terza elementare. Non riuscivo a capire la ragione, per me era assolutamente troppo difficile comprendere. E quel ‘perché’, che allora non ebbe una grande risposta, visto che non mi si voleva ferire, mi ha perseguitato per tutta la vita: essere espulsi senza aver fatto niente di male solo per la colpa di esser nati – continua – Oggi c’è ancora tanto da fare nell’ambiente della scuola. Invito tutti i ragazzi ad accettare il vicino di banco, qualunque egli sia, perché io ho provato cosa significhi lasciare il mio banco vuoto nell’indifferenza generale”.

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