Il ministero del Lavoro ha autorizzato, con accordo sindacale, un anno di cassa integrazione straordinaria per cessazione per i 400 lavoratori della ex Embraco di Riva di Chieri. La decisione – informano Fim, Fiom e Uilm di Torino – è stata comunicata durante un incontro in teleconferenza organizzato dal ministero dopo le richieste sindacali. Gli ammortizzatori sono stati autorizzati in modo retroattivo per coprire il periodo che ha seguito il fallimento dichiarato dal Tribunale di Torino, e partono dal 23 luglio. Nell’incontro si è convenuto di attivare un percorso di politiche attive per il lavoro, con la richiesta di autorizzazione all’Anpal degli assegni di ricollocazione. Un nuovo incontro è stato fissato per il prossimo 15 settembre in Prefettura, a Torino.

A giugno era emerso che la Ventures Srl, società che due anni prima aveva acquisito il ramo d’azienda della ex Embraco, ha prosciugato le casse aziendali. Il procuratore aggiunto di Torino Marco Gianoglio ha depositato istanza di fallimento ipotizzando il reato di bancarotta distrattiva. Le Fiamme gialle hanno messi i sigilli a conti correnti e titoli, oltre ad alcune auto di lusso acquistate dall’azienda. Gli operai protestavano da mesi, chiedendo al governo che la fabbrica fosse riconvertita. Da più di due anni aspettavano invano i progetti di reindustrializzazione. La Ventures li mandava in fabbrica a pulire ma non erano ancora state installate le linee produttive promesse.

Il dossier Embraco è un’eredità di quando al ministero dello Sviluppo economico c’era Carlo Calenda. La rottura con la multinazionale che produce compressori per i frigoriferi della Whirlpool arrivò nel febbraio 2018. Allora la trattativa riguardava 497 licenziamenti, ma fu un fallimento. Nel luglio 2018 ci fu quindi la vendita a Ventures che avrebbe dovuto produrre robot per la pulizia dei pannelli fotovoltaici.

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