Tre (presunte) forzature e tre sospensive. Con tanto di faro acceso dall’Anticorruzione. E adesso il gran pasticcio dei servizi di global service a Roma mette a rischio l’apertura delle scuole comunali nei tempi prestabiliti. Il Consiglio di Stato ha sospeso per la terza volta l’operazione Newco Spa del Campidoglio, che avrebbe dovuto – di fatto – assegnare al Consorzio Nazionale Servizi (Cns) la gestione delle pulizie, del bidellaggio e del trasporto scolastico per 573 plessi fra nidi e materne. Il secondo grado della giustizia amministrativa si esprimerà nel merito solo il 17 settembre, quando (teoricamente) le scuole dovrebbero essere già riaperte. Nel limbo, oltre al ritorno in classe, ci sono oltre 2400 lavoratori, i cui nominativi non sono ancora stati comunicati al nuovo soggetto. Parliamo di una partita economica ingente, ben 277 milioni di euro per 6 anni e che il Comune di Roma vuole ad ogni costo fare in modo che venga gestita da una nuova società, partecipata al 51% dallo stesso ente guidato da Virginia Raggi e al 49% dal consorzio bolognese che fino al 2014 annoverava tra le sue file anche il Salvatore Buzzi, personaggio principale dello scandalo Mondo di Mezzo. Il nuovo gestore arriverebbe in sostituzione di Roma Multiservizi, altra società al 51% di proprietà del Comune di Roma (della municipalizzata Ama Spa, nella fattispecie) e al 49% da Rekeep (ex Manutencoop), che da 7 anni opera con un affidamento in deroga già censurato dal Ministero Economia e Finanze.

Le tre presunte forzature e il pasticcio degli affidamenti – Che cosa ha determinato l’impasse? Sono due anni che il Campidoglio vuole procedere con questo cambio appalto. Nel 2018 si è proceduto con una gara – tecnicamente definita “a doppio oggetto” – per oltre 475 milioni di euro, cui risponde una sola azienda, la Roma Multiservizi in coppia con Rekeep. Il Comune esclude però il raggruppamento d’impresa (prima forzatura). La motivazione è che la quota pubblica sarebbe stata troppo elevata; le due società presentano quindi ricorso al Tar (che respinge) e poi al Consiglio di Stato, che nel 2019 sospende il giudizio rinviandolo alla Corte di Giustizia Europea. Non volendo aspettare i tempi dell’organo comunitario, il Campidoglio nello stesso anno aggira l’ostacolo preferendo procedere a una procedura negoziata (seconda forzatura): una gara a “inviti”, da 277 milioni, cui finisce per rispondere soltanto il Cns. L’annuncio dell’affidamento all’unico partecipante arriva il 1 ottobre 2019 con una determina dirigenziale.

Tutto risolto? Nemmeno per sogno. Rekeep e Multiservizi, alla luce della sospensiva in atto, presentano un nuovo ricorso che il Consiglio di Stato accoglie con ordinanza dell’11 ottobre 2019, privando di efficacia tutti gli atti. Ma in Comune sono decisi a chiudere la partita entro l’avvio del nuovo anno scolastico. Il 6 luglio scorso viene firmata una determina dirigenziale attraverso per un “affidamento in via d’urgenza” (terza forzatura) alla Newco Spa (e dunque al Cns) dei servizi per il nuovo anno scolastico. Un affidamento diretto in piena regola giustificato con “l’indeterminatezza dei tempi necessari alla decisione da parte della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, notoriamente non brevi”. Alla Roma Multiservizi tutto ciò viene comunicato solo il 27 luglio, quando (correttamente) il Cns chiede la lista dei dipendenti da riassorbire. Apriti cielo. Rekeep e Multiservizi il 31 luglio scrivono al Consiglio di Stato, che il 4 luglio – ancora una volta – accoglie la richiesta di sospensiva e rimanda ogni decisione il 17 settembre. Quando (forse) si saprà chi dovrà gestire il servizio durante il nuovo anno scolastico. E, a questo punto, con quali lavoratori.

I fari accesi dall’Anac e i punti che fanno discutere – Nell’ultimo ricorso, Rekeep e Multiservizi hanno scritto anche all’Antitrust e all’Anticorruzione. Quest’ultima, a quanto si apprende, ha recepito la segnalazione e sta verificando la possibilità di aprire un’istruttoria. Dalla cospicua documentazione cui Ilfattoquotidiano.it ha avuto accesso, emergono alcuni nodi da sciogliere. Innanzitutto, l’avvocatura capitolina ha sempre reputato necessaria una gara d’appalto “doppio oggetto” per l’assegnazione del 49% della Newco, ma allora come mai si passa alla procedura negoziata con tale disinvoltura? Oltre a Cns, altre tre società avevano manifestato il proprio interesse alla procedura negoziata, ma due di queste – Ariete e Coopservice – fanno parte proprio dello stesso consorzio bolognese: entrambe non hanno poi risposto alla lettera d’invito. Non solo. Il Cns non ha partecipato alla gara a doppio oggetto, preferendo invece concorre alla procedura negoziata.

L’affidamento in via d’urgenza ha portato il dipartimento scuola del Campidoglio a modificare l’affidamento emendandolo con ben 39 pagine di modifiche. La cooperativa che andrà fattivamente a gestire l’appalto è la Colaser di Roma. Responsabile commerciale per l’area centro sud del Consorzio Nazionale Servizi è Luca Giansanti, ex consigliere comunale della Lista Marino, nel 2015 indagato e poi archiviato nell’ambito dell’inchiesta sul Mondo di Mezzo a causa dei suoi rapporti con Buzzi, che del consorzio era membro del consiglio di sorveglianza (fu cacciato subito dopo il suo arresto). Proprio l’anno prima, il Cns aveva messo gli occhi sui servizi scolastici del Comune di Roma, con la giunta guidata da Ignazio Marino che era pronta a varare la gara. Da un paio d’anni, il Consorzio bolognese si è completamente rinnovato, modificando governance e rilanciandosi sul mercato.

Le motivazioni del Campidoglio: “Stop proroghe tecniche” – Negli atti dell’ultimo affidamento, gli uffici capitolini giustificano le mosse elusive delle sospensive del Consiglio di Stato attraverso la “impossibilità di procedere ulteriormente con la concessione di proroghe tecniche”. Viene sottolineata poi la necessità di procedere a un “affidamento a società partecipata previa individuazione del socio di minoranza” e, soprattutto, la “illogicità amministrativa di avviare una ulteriore procedura pubblica per un affidamento ‘ponte’ del servizio scolastico” in quanto “limitata al tempo necessario al pronunciamento della Corte di giustizia europea”. Tuttavia, pur non avendo il Cns partecipato alla gara a doppio oggetto, in caso di pronuncia favorevole del Consiglio di Stato, l’affidamento d’urgenza diverrebbe “esteso al periodo rimanente fino alla conclusione dei 6 anni previsti dalla procedura originaria”.

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