Oltre una pillola e mezzo al giorno a testa. E’ il livello di consumo di farmaci tra gli italiani fotografato dall‘Agenzia nazionale del farmaco (Aifa) nel suo rapporto annuale relativo al 2019. Per la precisione il consumo è di 1604 dosi ogni 1000 abitanti, con un incremento del 2% rispetto all’anno prima. Cresce anche la spesa, sia quella pubblica che quella privata. Nel complesso sono stati acquistati farmaci per 30,8 miliari di euro, per il 76% rimborsati dal Sistema sanitario nazionale. La spesa a carico dello Stato è salita del 5,3% quella dei cittadini del 7,2%.Il Ssn ha speso in media 384 euro per ogni cittadino.

In generale le medicine per il sistema cardiovascolare si confermano al primo posto per consumi; quelli antineoplastici e immunomodulatori al primo posto per spesa farmaceutica pubblica. Come facilmente intuibile spesa pro capite e consumi crescono con l’aumentare dell’età: la popolazione con più di 64 anni assorbe oltre il 60% della spesa e circa il 70% delle dosi. Il 98% degli over 65 ha ricevuto nel 2019 almeno una prescrizione farmacologica, senza differenze tra uomini e donne. Per ogni utilizzatore ogni giorno sono state dispensate oltre 3 dosi, con una spesa di 671 euro pro capite.

Sale la spesa per farmaci non rimborsabili: Per i farmaci di fascia C, ossia totalmente a carico dei cittadini, gli italiani hanno pagato 5,7 miliardi di euro, il 6,5% in più dell’anno prima. Tranquillanti , contraccettivi e medicinali per la disfunzione erettile si confermano i farmaci per cui gli italiani hanno speso di più. Solo per i contraccettivi l’esborso è stato di 256 milioni di euro mentre per le disfunzioni erettili si sono spesi 231 milioni. I medicinali più utilizzati sono invece il paracetamolo (come la classica tachipirina) e l’antinfiammatorio e antidolorifico ibuprofene. Tra i farmaci di fascia A, per cui è previsto un rimborso a carico del Ssn, l’associazione amoxicillina – acido clavulanico e il pantoprazolo risultano essere a maggior spesa, seguiti dal ketoprofene.

“La crescita della spesa privata a mio avviso è preoccupate. Quasi un terzo della spesa farmaceutica è ‘out of pocket’, e questo fa riflettere”, ha affermato il direttore generale dell’Aifa Nicola Magrini, commentando i dati. “Penso sia opportuno avviare una riflessione sui tetti” di spesa, “quello dell’ospedaliera è totalmente inadeguato. E il fatto di avere adesso a disposizione questa analisi consente di fare anche nel 2020 degli interventi e delle correzioni”, ha aggiunto Magrini. Secondo il Dg, infine, “è arrivato il momento di ripensare alle classi di farmaci: A e C senza B forse non ha senso”, ha notato l’esperto.

Articolo Precedente

Pubblicità, nel 2019 storico sorpasso del web sulla tv ma i big si prendono quasi tutto

next
Articolo Successivo

Utili record per Intesa Sanpaolo nonostante il lockdown. Messina: con Ubi tra i primi in Europa

next