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Orte-Civitavecchia, la Corte Ue dà la sua sentenza. Ma c’è di mezzo il decreto Semplificazioni

Orte-Civitavecchia, la Corte Ue dà la sua sentenza. Ma c’è di mezzo il decreto Semplificazioni
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Eravamo rimasti che sul completamento della superstrada Orte-Civitavecchia doveva esprimersi la Corte di Giustizia europea. Bene, lo ha fatto e ha dato sostanzialmente ragione alle associazioni ambientaliste che avevano rilevato enne illegittimità nella procedura con cui l’allora governo Gentiloni aveva approvato un tracciato che andava ad intaccare pesantemente un sito di interesse comunitario integro (Zona Speciale di Conservazione, nella specie, la Valle del Mignone) e questo nonostante lo stesso Ministero dell’Ambiente si fosse espresso negativamente.

L’ultimo post che avevo scritto al riguardo si concludeva così: “Questa vicenda denuncia chiaramente come ai nostri governanti dell’ambiente non freghi nulla.” Del resto, l’ultimo atto di quel governo fu il nuovo Testo Unico Forestale, un regalo alla filiera del legno e un pesante attacco ai nostri boschi. Quindi adesso per la Orte-Civitavecchia (il tratto che resta da completare) si torna al Tar Lazio, che dovrà uniformarsi al responso della Corte Ue e quindi dichiarare che il tracciato più veloce, ma anche più impattante, è illegittimo.

Peccato che medio tempore con il piano Italia Veloce – collegato al Decreto Semplificazioni – il Consiglio dei Ministri abbia inserito proprio questo tratto di superstrada (la Monte Romano-Civitavecchia) fra quelli prioritari da concludere, cioè fra le opere strategiche per la ripresa del Paese (a detta loro).

Quindi, per fare in fretta, per l’opera sarà nominato un commissario il cui compito sarà accelerare e portare a termine i lavori. Cosa accadrà ora? Il Decreto Semplificazioni, fra le altre cose, prevede minori poteri giudiziali per arrestare il corso delle opere, tutto nell’ottica del fare in fretta. Ripeto: cosa accadrà ora? Se l’opera continuasse lungo il tracciato illegittimo sarebbe davvero una beffa, ma dai nostri governanti c’è da aspettarsi di tutto, visto che, appunto, dell’ambiente non gliene frega nulla.

Ma questa vicenda e il Decreto Semplificazioni si prestano a due considerazioni non marginali.

1. La prima. Ancora una volta a tutelare l’ambiente ci hanno pensato le associazioni ambientaliste. Senza il loro ricorso, l’opera sarebbe già stata completata lungo il tracciato più deleterio. E’ ben triste rilevare che le associazioni debbano esercitare un ruolo di supplenza del potere esecutivo in campo ambientale.

2. La seconda, che riguarda il Decreto Semplificazioni della sua interezza. La sostanza del decreto è l’ennesimo regalo al partito del cemento e dell’asfalto, che regalo così grosso non lo ha mai avuto, nemmeno dai governi di destra. Del resto, il governo attuale non è altro che una modernizzazione della vecchia Dc, e come tale molto gradito a Confindustria e sindacati. Come rileva giustamente Tomaso Montanari: “C’è un motivo per cui Conte è stato accolto così bene dal sistema, divenendone in breve il garante: ed è la sua totale appartenenza culturale al sistema stesso.”

Quindi, avanti con le autostrade, con le pedemontane, ma soprattutto con l’alta velocità, ovunque, anche in Sicilia e magari anche con il ponte sullo Stretto, e proprio con quei soldi che ci dà l’Europa e che dovrebbero invece servire per mettere in sicurezza un paese allo sfascio. Sempre Montanari: “Non c’è traccia, nell’elenco di Conte, dell’unica Grande Opera utile, la messa in sesto del dissestatissimo territorio italiano.” Amen.

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