“Ci risiamo”. Comincia così il post di Luca Alini, infermiere all’ospedale di Cremona, pubblicato sul suo profilo Facebook con un selfie che lo ritrae con indosso camice monouso, occhiali e mascherina. “Non è una foto di marzo o di aprile – chiarisce – In reparto abbiamo ricominciato a ricoverare pazienti Covid con gravi insufficienze respiratorie”. Una situazione che “per ora è limitata” a pochi casi, ma “il coronavirus non si è dimenticato di fare il suo lavoro, e da bravo virus fa quello che deve: infetta nuovi ospiti per sopravvivere”. Lo sfogo di Alini ha fatto in poche ore il giro del web, tanto da spingere l’Azienda sanitaria dell’ospedale presso cui lavora a ridimensionare l’allarme. “Non sono i casi gravi di marzo. Ci sono stati dei ricoveri in questi giorni in reparti ordinari, in parte legati a focolai già noti”, ha dichiarato all’Adnkronos salute il direttore sanitario della struttura Rosario Canino. “Da venerdì scorso abbiamo avuto dei ricoveri, in tutto parliamo di 10 pazienti, 8 in Malattie infettive e due in Pneumologia. Di questi ultimi solo uno è in ventilazione non invasiva col casco“.

Una situazione che comunque preoccupa l’infermiere, da mesi schierato in prima linea insieme ai suoi colleghi. Nel post se la prende direttamente con chi ancora si ostina a negare gli effetti drammatici del virus: “Qualcuno pensa che non sia mai esistito, altri che sia un’invenzione delle case farmaceutiche o di qualche altra fantomatica lobby segreta. Niente di tutto ciò”, scrive. “Il virus esiste, non è magicamente sparito, e sta mietendo ancora vittime in altre parti del mondo. Da noi ha già dato, ma non sta scritto da nessuna parte che non possa ricominciare a farsi vivo“. Proprio come, stando alla sua testimonianza, sta accadendo all’ospedale di Cremona, già duramente colpito dalla pandemia nei mesi passati. “La maggior parte delle persone ormai pensa al mare, alla montagna, all’aperitivo con gli amici, alla gita del week-end”, aggiunge l’infermiere. “Se qualcuno conosce una persona che ha perso uno dei suoi cari a causa del virus, provate a chiedere cosa ne pensa di tutto ciò, delle ferie, del fatto che ci sono dei forsennati che insistono nel continuare a dire di tenere la mascherina“. Polemiche che vanno avanti mentre “noi medici continuiamo a fare quello che facciamo sempre, anche se adesso non siamo più eroi, angeli o qualunque altro titolo onorifico. L’ultimo paziente della prima ondata è stato dimesso, dal nostro reparto, il 30 giugno. Sono passati 8 giorni. Non siamo più Covid free, ma poco importa“.

Ci risiamo. Non è mia abitudine farmi dei selfie, né tantomeno pubblicarli su Facebook. Questo l'ho fatto questa sera…

Gepostet von Luca Alini am Mittwoch, 8. Juli 2020

Lo sfogo di Alini, pubblicato sulla sua pagina Facebook l’8 luglio scorso, è subito diventato virale. “Spero che tutto ciò che è stato non si ripeta, ovviamente, ma nessuno ne può avere la certezza, e chi afferma il contrario a mio parere è un bugiardo clamoroso“, scrive, invitando tutti alla cautela. “Col senno di poi è facile parlare, soprattutto da parte di chi non era nei reparti a febbraio, marzo ed aprile. Ciò che abbiamo visto e vissuto in quel periodo non è spiegabile a parole”. Alla fine l’infermiere si lascia andare a una piccola confessione personale: “Io il Covid l’ho beccato (come molti altri colleghi), ho gli anticorpi ma non ho mai avuto sintomi. Ma, a dirla tutta, non mi sento affatto tranquillo anche se gli esami dicono che in teoria sarei immune. Proprio per il fatto che non sappiamo nulla su questo simpatico esserino, e non ci sarà nessun professore che mi farà cambiare idea“.

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