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Giornalisti aggrediti a Roma, Castellino (Forza Nuova) e Nardulli (Avanguardia nazionale) condannati a cinque anni e mezzo

Il pm Eugenio Albamonte aveva chiesto condanne per 6 anni ciascuno. Al termine della lettura della sentenza Castellino ha urlato "siete una manica di buffoni". Il giornalista dell’Espresso Federico Marconi e il fotografo Paolo Marchetti vennero aggrediti nel cimitero del Verano il 7 gennaio del 2019 in occasione di una manifestazione degli esponenti di estrema destra per i morti di Acca Larentia
Giornalisti aggrediti a Roma, Castellino (Forza Nuova) e Nardulli (Avanguardia nazionale) condannati a cinque anni e mezzo
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Cinque anni e mezzo di carcere per l’aggressione al cronista dell’Espresso Federico Marconi e al fotografo Paolo Marchetti. È la condanna emessa dal tribunale di Roma per due esponenti di estrema destra: Vincenzo Nardulli, di Avanguardia nazionale, e Giuliano Castellino, leader romano di Forza Nuova. I due sono accusati di lesioni e rapina aggravata e minacce.

Il pm Eugenio Albamonte aveva chiesto condanne per 6 anni ciascuno. Al termine della lettura della sentenza Castellino ha urlato “siete una manica di buffoni“. I due reporter vennero aggrediti nel cimitero del Verano il 7 gennaio del 2019 in occasione di una manifestazione degli esponenti di estrema destra per i morti di Acca Larentia. A quanto accertato dagli investigatori della Digos romana, le due vittime sarebbero state accerchiate, aggredite e una anche minacciate di morte nel tentativo di impossessarsi del materiale registrato. Il 28 marzo del 2019 Castellino e Nardulli furono arrestati e posti ai domiciliari.

La ricostruzione – A denunciare i due esponenti di estrema destra era stata la polizia l’8 gennaio del 2019, il giorno dopo l’accaduto. Secondo la ricostruzione della Questura, durante la commemorazione di Acca Larentia al mausoleo dei martiri fascisti al cimitero del Verano organizzata da Forza Nuova e Avanguardia Nazionale, otto persone, tra le quali Castellino e Nardulli, stavano discutendo animatamente con un collaboratore esterno dell’Espresso perché stava riprendendo le fasi della cerimonia. Gli agenti, dopo aver calmato gli animi, hanno raccontato di aver accompagnato il cronista all’esterno del cimitero, per evitare che la situazione potesse degenerare. In serata, però, lui stesso si è presentato dalla Digos, insieme ad un altro giornalista, denunciando la subita aggressione, con schiaffi e pugni, da un gruppo di manifestanti. Inoltre, lo stesso giornalista aveva presentato referto con tre giorni di prognosi per alcune contusioni. Castellino e Nardulli erano stati accusati di minaccia, lesioni personali e violenza privata.

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