Le pandemie “rischiano di essere sempre più frequenti”: l’allarme arriva da Giorgio Palù, già presidente delle Società italiana ed europea di virologia, che chiede a gran voce all’Organizzazione mondiale della Sanità di promuovere “regole stringenti“, dopo la scoperta in Cina di un nuovo virus potenzialmente pandemico di origine suina. E serve “evitare modifiche incontrollate di nicchie ecologiche: modifiche che danno spazio alla nascita di nuovi virus, la forma di vita più diffusa sul pianeta”.

Secondo il virologo servono “regole chiare e sorveglianza per tutti gli allevamenti”, in particolare quelli suini. In Cina ci sono – ricorda Palù – grandi allevamenti intensivi di maiali. E molte volte queste strutture si trovano ai bordi delle risaie, dove trasmigrano le anatre, che spesso sono portatrici del virus influenzale“. Non si tratta di un ‘dettagliò da poco, considerando che i maiali “hanno caratteristiche peculiari, perché hanno recettori dell’influenza sia per i virus aviari sia per quelli umani“. E funzionano come “una sorta di provetta, in grado di mescolare i virus dell’uomo e degli uccelli”, dando origine a nuovi patogeni. La sorveglianza dei questi allevamenti, non solo in Cina ma in tutto il mondo, “è fondamentale. Per questo l’Oms dovrebbe lavorare per assicurare che i Paesi applichino regole stringenti“.

Per il virologo la questione è più ampia e passa dal nostro rapporto con l’ambiente: “Stiamo modificando il pianeta – spiega – abbattendo le foreste i pipistrelli non infettano solo gli animali selvatici ma vengano addirittura nelle nostre case, come è avvenuto con Ebola in Africa, con lSars-Cov-1 e Sars-Cov-2″. Il problema, quindi, è il nostro impatto sul pianeta: il cambiamento climatico, la deforestazione, la globalizzazione che fa spostare grandi masse di persone e merci: “Ma anche cambiando le nicchie ecologiche o con coltivazioni massive di animali esposti a tutto” .

Di fronte a tutto questo e ai rischi per la salute globale che ne derivano, aggiunge “l’Oms ha dimostrato molte contraddizioni, molte debolezze. Ha molti burocrati e, molte volte, obbedisce a regole geopolitiche. L’Oms dovrebbe, invece, far sì che tutti i Paesi possano applicare le regole di prevenzione, come non permettere allevamenti di maiali vicino alle risaie, o il consumo di animali selvatici. E anche imporre la sorveglianza costante degli allevamenti”. I virus, conclude il virologo, “sono la forma di vita più diffusa sul pianeta. Avremo sempre nuove forme pandemiche perché cambiamo il clima del pianeta e non controlliamo quello che facciamo, o lo controlliamo troppo tardi”.

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