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Venezuela, 31 tonnellate d’oro di Maduro in un forziere a Londra: battaglia legale per riportarle a Caracas

La riserva da mille milioni di dollari è stata depositata dalla Banca centrale del Venezuela (Bcv) alla Banca d'Inghilterra. Ma con Guaidò che si è autoproclamato presidente ad interim del Venezuela ed è stato riconosciuto da Londra, la restituzione è tutt'altro che scontata
Venezuela, 31 tonnellate d’oro di Maduro in un forziere a Londra: battaglia legale per riportarle a Caracas
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La disputa dura da quasi due anni, ma l’oro rimane al buio, sigillato in un caveaux della Banca d’Inghilterra (Boe). Sono le 31 tonnellate depositate dalla Banca centrale del Venezuela (Bcv) nei forzieri dell’istituto britannico per i quali da domani inizia la battaglia legale in un tribunale commerciale della City. Una riserva da mille milioni di dollari di cui il presidente Nicolás Maduro rivendica la “legittima proprietà”, mentre l’autoproclamato leader oppositore, Juan Guaidó, vuole impedirne il ritorno nelle mani del leader chavista.

Una questione complessa di cui parla anche John Bolton, ex consigliere per la Sicurezza nazionale di Donald Trump, nel suo libro The Room Where It Happened: A White House Memoir, in uscita negli Stati Uniti. Lì si ricorda che l’ex ministro degli Esteri britannico Jeremy Hunt, in visita a Washington, disse di essere “lieto di cooperare per iniziative che potrebbero portare, ad esempio, a congelare i depositi d’oro del Venezuela nella Banca d’Inghilterra“.

I vertici del Bcv e Maduro sollecitarono già dalla fine del 2018 la restituzione dell’oro, ma le cose si sono complicate dopo che nel gennaio 2019 Guaidó si è proclamato presidente ad interim, riconosciuto da decine di Paesi, fra cui gli Usa e la stessa Gran Bretagna.

Di recente, ancora una volta, il governo di Caracas ha chiesto alla Boe britannica di liberare “urgentemente” l’oro per venderlo e versare il ricavato ad un fondo speciale del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Pnud) che lo utilizzerà per finanziare progetti di lotta alla pandemia da coronavirus in Venezuela.

Formalmente i vertici dell’istituto bancario di Londra sostengono di non volersi appropriare dell’oro, ma di avere perplessità sulla restituzione, dato che il suo deposito è sì stato fatto dal governo di Maduro, ma nel frattempo le cose sono cambiate perché la Gran Bretagna riconosce l’autorità di Guaidó. Gli avvocati del governo venezuelano confermeranno nel dibattimento che la vendita dell’oro a fini umanitari è urgente, mentre i legali del leader oppositore ne rivendicheranno il controllo per evitare che il ricavato sia utilizzato da Maduro per coprire debiti con i suoi alleati.

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