Dopo 85 anni, la Basilica di Santa Sofia di Istanbul potrebbe essere di nuovo convertita in moschea. Dopo una serie di sondaggi svolti dall’AkParti, il partito del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, il leader nazionalista, riportano i media locali, ha intenzione di aggiungere un nuovo tassello alla svolta nazionalista di stampo islamico avviata ormai da anni. E si tratta di un tassello importante: Santa Sofia è il monumento più rappresentativo della città e dell’intera Turchia. Riportarla ad essere una moschea è un segnale che indica con forza la direzione verso la quale il Sultano ha intenzione di spingere il Paese.

La data fatidica potrebbe essere quella del 15 luglio. Un giorno simbolico perché in quell’occasione si ricorreranno i quattro anni dal fallito golpe: l’annuncio su Santa Sofia, trasformata in museo dal padre della patria Mustafa Kemal Ataturk nel 1935, nel pieno della stagione del nazionalismo laico sul Bosforo, rafforzerebbe ulteriormente il messaggio di sfida contro gli oppositori dell’esecutivo, con l’obiettivo di riunire le varie anime nazionaliste del Paese.

Non a caso, in base ai sondaggi svolti dall’Akp, consenso sull’iniziativa sarebbe arrivato anche dalle forze nazionaliste del’opposizione che vedono in una mossa del genere una sorta di vittoria dell’Islam su un monumento che per millenni è stato conteso da cristiani e musulmani, quando l’attuale Turchia era terra di conquista dei vari imperi, per poi diventare un monumento.

L’ipotesi della riconversione ha preso forza nel dibattito turco dopo che il 29 maggio scorso, anniversario della presa ottomana di Costantinopoli, Erdogan ha deciso di far recitare la Sura della Conquista del Corano all’interno dell’edificio, suscitando forti proteste internazionali, in particolare della Grecia. Emblematica la risposta del ministro degli Esteri, Mevlüt Çavuşoğlu, a chi si è lamentato per la gestione del sito da parte dell’esecutivo: “Ayasofya (come viene chiamata in Turchia, ndr) è in territorio turco, è stata conquistata, e quello che accade nel nostro Paese su una nostra proprietà riguarda solo noi. Non è affatto una questione internazionale, è una questione di sovranità nazionale”.

Sul caso, il 2 luglio, si pronuncerà anche il Consiglio di Stato, ma secondo indiscrezioni la riconversione in moschea potrebbe avvenire anche in caso di voto contrario.

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