Doveva essere un’intervista per dare segnali di pace e collaborazione al premier Giuseppe Conte in diretta tv, si è trasformata in uno strappo senza precedenti addirittura con Beppe Grillo. Non è un segreto che il clima dentro il Movimento 5 stelle sia da tempo molto teso, ma in pochi forse si aspettavano il botta e risposta pubblico tra Alessandro Di Battista e il garante del Movimento. L’ex deputato M5s infatti, intervistato su Rai3 a “In mezz’ora in più”, dopo aver esordito ribadendo la sua “fiducia nel presidente del Consiglio” e garantendo che “non deve temere picconature da parte del sottoscritto”, ha anche parlato degli equilibri interni del Movimento. “Il M5s”, ha detto, “deve organizzare un congresso, un’assemblea costituente. Chiedo formalmente il prima possibile un’assemblea in cui tutte le anime possano costruire una loro agenda e vedremo chi vincerà”. E, non solo, ha aggiunto che se Conte vuole fare il leader del Movimento “si deve iscrivere al M5s e partecipare al prossimo congresso”.

Di fatto Di Battista ha ribadito la necessità di fare al più presto quegli Stati generali rinviati a causa del coronavirus. Ma chi non ha gradito il proclama è stato il fondatore in persona che, proprio pochi minuti prima, aveva scritto un post a tratti “insofferente” ricordando ai suoi la necessità di difendere l’acqua pubblica (“Che cosa stiamo aspettando?“, il concetto). “Dopo i terrapiattisti e i gilet arancioni di Pappalardo”, ha scritto su Twitter, “pensavo di aver visto tutto…ma ecco l’assemblea costituente delle anime del Movimento. Ci sono persone che hanno il senso del tempo come nel film ‘Il giorno della marmotta’”. Una risposta diretta inequivocabilmente all’ex deputato, quello stesso che è sempre stato ritenuto il più vicino nei modi e nel carattere con Grillo in persona. “Evidentemente siamo in dissenso“, ha commentato Di Battista all’agenzia Lapresse. E sulla sua pagina Instagram ha aggiunto: “Ho fatto proposte e preso posizioni chiare. Si può non essere d’accordo. Lo si dica chiaramente spiegando perché”.

Un concetto, se non fosse stata chiara la prima replica, ribadito più tardi con un lungo post su Facebook. “Ho sempre preso posizione e sono consapevole (come anticipato proprio oggi dalla Annunziata) che farlo ha un costo. Faccio politica sì, perché mi pare un diritto ed anche un dovere. La faccio senza essere pagato con denaro pubblico perché la Politica è partecipazione. Non siete d’accordo con me? Legittimo, contrastate le mie idee senza dire: “Si sarebbe dovuto candidare”. Per anni ho sostenuto che la Politica (una cosa bellissima) si possa fare anche al di fuori delle Istituzioni. Sto solo facendo quel che ho sempre detto”. “Ho chiesto che il Movimento – spiega ancora senza citare Beppe Grillo – discuta di proposte, soluzioni, linee future in uno spazio democratico e di confronto. Chiamateli Stati generali, Assemblea, Congresso….come vi pare. Ma sono urgenti perché è bene che il Movimento si faccia carico del disagio sociale che sta arrivando prima che se lo facciano coloro che l’hanno provocato!”.

La frizione tra il fondatore e l’ex parlamentare è destinata a fare molto rumore tra i 5 stelle che da mesi aspettano il rinnovo della guida politica e la convocazione degli Stati generali. Tra i primi a esporsi in sostegno di Di Battista ci sono quei volti che negli ultimi mesi hanno avuto molte tensioni con i vertici, dalle ex ministre Lezzi e Grillo alla deputata Nesci all’eurodeputato Corrao. Ma il congresso è solo uno dei temi caldi che i 5 stelle devono risolvere prossimamente: nelle ultime settimane circola insistente l’ipotesi che salti la regola che mette il tetto dei due mandati per gli eletti (almeno per i sindaci). Un intervento che per il M5s sarebbe a suo modo radicale e che lo stesso Davide Casaleggio, qualche giorno fa, ha difeso pubblicamente.

L’intervista di Di Battista: “Ho fiducia in Conte” – Sull’ex deputato M5s i riflettori sono puntati da mesi e più di una volta si è parlato di una sua corrente che starebbe lavorando per prendersi la guida M5s. L’ex deputato 5 stelle è infatti noto per le sue posizioni non sempre in linea con i vertici del Movimento e nelle scorse settimane non ha esitato a criticare le scelte dell’esecutivo (una su tutte la riconferma di Descalzi all’Eni). Ma, ha garantito anche oggi il grillino, a differenza di quanto riferito da retroscena e voci di palazzo (molto spesso discordanti), non ha intenzione di minare il governo: “Ho fiducia nel presidente del Consiglio al quale, in maniera molto leale faccio critiche e prendo posizioni diverse dalle sue”, è stato non a caso l’esordio. “Utilizzo anche questo studio tv per dire che non deve temere picconature o colpi bassi da parte mia. La lealtà è anche dire quelle che sono le proprie idee, anche se sono in contrasto con linee del governo, ma non lavorare per buttarlo giù. Credo, invece, che in questo momento ci sono dei poteri, anche politici, che vogliono buttarlo giù non per dissidi politici ma per prendere il denaro della ricostruzione”. E ha aggiunto: “Sa perché dico che ho iniziato dicendo che ho fiducia in Conte? Perché è un anno che si scrive e si dice, visto che non volevo la nascita di un governo con il Pd, che io sia un futuro responsabile della caduta del governo Conte”.

Di Battista, nel corso dell’intervista, ha poi parlato degli interventi per il post coronavirus: “La situazione economica sarà peggiore del 2012, quando Grillo era però riuscito ad incanalare la rabbia sociale”, ha detto. “Ma oggi che succederà quando finirà la cassa integrazione? A me spaventa che ci siano soggetti che possano cavalcare” questa situazione di disagio. Quindi l’ex deputato ha ribadito la sua contrarietà al ricorso al tanto contestato fondo Salva Stati, nonostante dopo le trattative in Europa si sia riusciti a ottenere l’assenza di condizionalità: “Io sono contrario al Mes perché si aggancia a un vincolo esterno che non fa l’interesse nazionale, ma il vero problema è il Patto di Stabilità, va cambiato. Nessuno esponente del M5s con cui ho parlato in camera caritatis nelle scorse settimane mi ha mai detto che ha intenzione di attivare il Mes“.

L’ex deputato è stato quindi interpellato sugli interventi che ritiene necessari sul fronte delle infrastrutture per far ripartire il Paese: “Dire No al ponte sullo Stretto non significa dire No all’edilizia pubblica: noi siamo sempre stati associati a quelli che dicono No alle infrastrutture: ma ricostruzione, messa in sicurezza del patrimonio artistico vanno fatti. Io sono contrario alle grandi opere inutili: bisogna investire sulle opere che servono”.

Infine Di Battista ha parlato del caso della vendita delle armi all’Egitto da parte del governo italiano e delle critiche della famiglia Regeni che ha detto di essersi sentita tradita dall’esecutivo italiano: “Io sono profondamente contrario perché per me Regeni è un cittadino italiano e questa è una storia che riguarda l’identità dello Stato italiano, l’interesse nazionale. Che ci stiamo a fare nella Nato se non riusciamo a fare sponda per far saltare qualche testa? La pressione a livello internazionale si può fare: dovrebbe esserci anche una politica estera europea che dovrebbe darci una mano”. Per Di Battista visto che “l’Italia sta ancora in Afghanistan possiamo dire a Usa che se non gli interessa darci una mano a noi non interessa stare lì”.

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