Nei primi tre mesi di quest’anno “le forti oscillazioni dei rendimenti dei titoli di Stato e i ribassi dei corsi azionari e obbligazionari” hanno fatto diminuire la ricchezza delle famiglie italiane di oltre 140 miliardi, “pari al 3,2 % del suo valore alla fine del 2019”. E’ la stima della Banca d’Italia, che nel suo ultimo rapporto sulla Stabilità finanziaria sottolinea anche come a partire da fine febbraio a contribuire all’allargamento dello spread tra Btp e Bund ci siano state le “ingenti vendite di titoli di Stato italiani da parte degli investitori esteri“.

Il portafoglio finanziario delle famiglie, rileva Bankitalia, è allocato per circa la metà in strumenti (obbligazioni pubbliche e private, azioni, quote di fondi comuni, fondi pensione e prodotti assicurativi) il cui valore è esposto alle tensioni sui mercati. Gli investimenti in quelle attività sono elevati soprattutto per i nuclei con redditi sopra la mediana, ma non sono trascurabili neanche tra gli altri.

Nei prossimi mesi, sottolinea il rapporto, “la ricchezza finanziaria delle famiglie con redditi più bassi (al di sotto della mediana) potrebbe diminuire considerevolmente per la necessità di dover disinvestire attività in modo da assorbire il forte calo di reddito; circa i due terzi di queste famiglie detengono attività finanziarie per meno di 5.000 euro. Il tasso di crescita dell’indebitamento verso le banche, prossimo al 3% annuo in febbraio, è destinato a ridursi per effetto della pandemia: l’impatto sul credito del ridimensionamento del numero delle compravendite immobiliari e della contrazione della spesa per beni di consumo durevoli dovrebbe più che compensare sia la diminuzione dei rimborsi connessa con la moratoria sui mutui, sia l’eventuale incremento della domanda di liquidità per smussare gli effetti del calo del reddito sui consumi”.

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