Era il primo bilancio della nuova giunta Pd di Luca Salvetti a Livorno ed è già stato azzoppato. E adesso, con l’emergenza Covid-19 che ha svuotato le casse del Comune, non sarà facile pianificare le entrate e uscite dei prossimi mesi. I giudici del Tar della Toscana lunedì pomeriggio hanno bocciato il Documento Unico di Programmazione (atto preliminare al Bilancio) approvato dalla giunta Salvetti e imposto al Comune di riscriverlo e riapprovarlo in consiglio comunale entro tre mesi. Pena: il commissariamento. La giunta di centrosinistra naturalmente promette di calendarizzare il voto il prima possibile e ritiene che quindi il commissariamento sia improbabile.

Il ricorso era stato presentato a gennaio dai consiglieri di opposizione del M5S (al governo della città dal 2014 al 2019), ma il sindaco Salvetti prova a difendere l’amministrazione dalle accuse di aver approvato un bilancio illegittimo: “Il Tar ha dato ragione ai 5stelle sul Dup – ha commentato il primo cittadino – ma ha dato ragione a noi sul bilancio che è valido e non dovrà essere riapprovato. In soldoni, quello che volevano i consiglieri pentastellati, ovvero buttare all’aria il bilancio comunale, non accadrà, mentre dovremo riapprovare il Dup che è atto un atto formale e che non incide sul nostro percorso. Il Bilancio è congruo e regolare“. Ma riscrivere il Dup, con ogni probabilità, porterà a modificare pesantemente anche il bilancio comunale a luglio, alla luce della crisi provocata dall’emergenza coronavirus.

La bocciatura del Dup – A gennaio i consiglieri comunali del M5S, patrocinati dall’ex assessore della giunta Nogarin Francesca Martini, avevano presentato ricorso al Tar della Toscana dopo l’approvazione del bilancio comunale. Nel ricorso si chiedeva al Tar di annullare il Dup (l’atto preliminare che associa risorse e linee di programma) perché il parere positivo dei revisori – enti terzi e imparziali – era arrivato ai consiglieri comunali nella versione definitiva solo due giorni prima dell’approvazione del bilancio, invece che 15, come previsto dal regolamento comunale. Il parere era arrivato il 21 dicembre, a sole 48 ore dalla seduta del consiglio in cui si era discusso il bilancio comunale. Essendo l’atto preliminare, il M5S aveva chiesto anche l’annullamento di tutto il bilancio da circa 400 milioni di euro per il principio di “illegittimità derivata“.

Il segretario comunale aveva sostenuto che, con la nuova giunta insediata a maggio, oltre a far slittare i termini di presentazione del Dup (da luglio a novembre) sarebbe stato possibile comprimere anche il termine per i pareri dei revisori. Una versione accolta dalla prefettura di Livorno a febbraio, dopo la presentazione del ricorso: “Si condividono le diffuse e particolareggiate argomentazioni del segretario generale del Comune volte a stabilire la linea logico-giuridica e le tempistiche del provvedimento” si leggeva nella nota. I giudici amministrativi invece hanno dato ragione ai pentastellati sul Dup, ma non si sono espressi sul bilancio. Nella sentenza il Tar sconfessa la versione del Comune e della prefettura perché “il rinnovo degli organi rappresentativi incide solo sul termine per la presentazione del bilancio e del Dup al Consiglio comunale ma non anche sugli altri aspetti procedurali per la sua approvazione”.

“Qualcuno si deve dimettere” – I tre consiglieri del Movimento 5 Stelle hanno esultato dopo la decisione del Tar che secondo loro sarebbe “una vittoria della democrazia” per la “tutela delle minoranze”: “A suo tempo qualcuno ha chiesto le mie dimissioni da Presidente della Commissione Bilancio solo perché avevo chiesto giustizia, mentre adesso dovrebbe essere qualcun altro a riflettere sulle sue dimissioni, magari qualche stretto collaboratore del Sindaco” dice l’ex vicesindaca della giunta Nogarin, Stella Sorgente, al fattoquotidiano.it. Poi lancia un avvertimento: “Dopo questa sentenza siamo molto preoccupati della gestione finanziaria del comune e, come gruppo consiliare, non ci stancheremo mai di controllare euro per euro”.

Twitter: @salvini_giacomo

Riceviamo e pubblichiamo
“Il Tar della Toscana si è espresso chiaramente: il Bilancio del Comune di Livorno è regolare, pienamente attivo e giusto. L’irresponsabile tentativo dei consiglieri cinque stelle, guidati dalla capogruppo grillina Stella Sorgente, non è andata a buon fine.

Si voleva bloccare il documento fondamentale per la vita dell’intera città, il Bilancio, appunto, stoppando la possibilità per il Comune di fare assunzioni, mutui, investimenti e tanto altro, facendo correre il rischio all’Ente, di non avere capacità di azione, oltretutto in un momento di forte emergenza.

Un modo di fare opposizione del tutto strumentale, visto che la consigliera Sorgente, presidente della Commissione Bilancio, mai aveva sollevato la questione, mai aveva avanzato obiezioni, nelle corso delle innumerevoli riunioni di commissione durante l’iter che avrebbe portato il Bilancio all’approvazione in sede di Consiglio Comunale.

Questo tentativo nasce da un atteggiamento che conosciamo bene e che, nei cinque anni della precedente amministrazione pentastellata, ha provocato danni incalcolabili a tutti i cittadini livornesi, compresi quelli che avevano creduto nelle idee del movimento.
Il Tar ha detto sì, invece, alla richiesta di riapprovazione del Dup, documento unico di programmazione; una decisione alla quale ci adegueremo, riapprovando il documento così com’era già andato in Consiglio, senza cambiare una virgola, a testimonianza che il ricorso della consigliera grillina era solo legato ai tempi di approvazione e non riguardava l’atto in sé.

L’Amministrazione comunale non intendeva in alcun modo ridurre gli spazi della discussione e il ruolo delle minoranze, semplicemente ha agito sulla base di una diversa interpretazione della norma, quella relativa appunto ai tempi di approvazione del documento.

C’è soddisfazione in tutti noi, perché il nostro lavoro per la città, al fianco dei livornesi provati anche dall’emergenza Covid-19, può continuare senza assurdi rallentamenti, superando di slancio un episodio che ha visto, ancora una volta, mettere davanti l’interesse politico e anche personale a quello primario della città”.

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