Sebastian Avanzini sarà il primo calciatore italiano a giocare nuovamente una partita ufficiale. Il 10 maggio nelle Isole Far Oer inizia, con un ritardo di due mesi dovuto allo stop per il coronavirus, il nuovo campionato. Qui si sono registrati contagi, ma al momento nessun decesso. I giocatori hanno iniziato dunque ad allenarsi al campo, ed ora lo fanno regolarmente in gruppo. Alcune precauzione sono state prese, il pallone di gioco sarà igienizzato, i calciatori potranno bere solo dalla loro borraccia e si dovranno lavare le mani prima e dopo i novanta minuti. Sputi e soffiate di naso sul terreno di gioco assolutamente proibiti.

Di passaporto danese, Avanzini è nato nel Veronese nel 1995 da madre proveniente dalla Danimarca e da padre veneto. A Bardolino è rimasto per qualche anno della sua vita per poi trasferirsi a Copenaghen e iniziare la sua carriera. Il settore giovanile l’ha fatto nel Lyngby, ha giocato nell’Horsens e da qualche mese gli è arrivata un’offerta da un club delle Far Oer. KI Klaksvik è una società ultracentenaria, una delle due più prestigiose e vincenti dell’arcipelago. Ha vinto l’ultimo campionato, qualificandosi alla prossima Champions League. Con i biancozzurri Sebastian ha fatto in tempo a giocare solo qualche amichevole, ma ora arriverà l’esordio ufficiale.

Sebastian capisce l’italiano, ma la sua prima lingua è il danese. Preferisce esprimersi in inglese. “Con B36 Torshavn sarà una partita difficile – racconta – ma noi abbiamo una squadra forte. Sono tranquillo, sono preoccupato invece per la salute dei miei famigliari in Danimarca e dei miei parenti che vivono nei pressi del lago di Garda. Qui è certamente una vita diversa rispetto a quella che conducevo in Danimarca, ma sto bene”.
L’obiettivo del centrocampista, che ha il cuore calcistico diviso tra Hellas Verona e Juventus, è di meritarsi tra qualche mese un’occasione più grande con una squadra europea. In queste isole tra Scozia, Islanda e Norvegia fa il professionista al cento per cento.

Con lui in squadra c’è anche l’albanese Alessio Hyseni che ha trascorso tanti anni in Italia e fatto le giovanili al Perugia. In questi mesi dentro e fuori dallo spogliatoio hanno parlato spesso dell’Italia e dei loro ricordi giovanili. A cavallo tra gli anni Novanta e i Duemila nelle isole arrivarono alcuni calciatori brasiliani di basso cabotaggio, alcuni si ambientarono facendo gol a ripetizione, altri tornarono a casa subito pieni di freddo, altri ancora smisero col pallone per dedicarsi ad un altro lavoro, mettendo su famiglia qui. Raccontò queste storie Alex Bellos nel suo libro Futebol – Lo stile di vita brasiliano. “Ho alcuni compagni che durante il giorno fanno altri lavori oltre quello del calciatore”, conclude Sebastian prima di prendere la borsa ed andare agli allenamenti. C’è da preparare l’esordio nella serie A delle Far Oer.

Articolo Precedente

Coronavirus, Claudio Lotito insiste: “Panem et circenses, indispensabile far ripartire il calcio”

next