Dopo alcuni lustri di discussioni, polemiche e progetti contrapposti, nell’epoca della grande pandemia, a Padova sembra essere stato suggellato in maniera irreversibile un accordo bipartisan per realizzare il nuovo Polo Sanitario. Un’opera da oltre 600 milioni di euro, questo il costo preventivato a spanne, visto che il progetto è ancora da completare,. La data di avvio dei lavori sarà, nella migliore delle ipotesi, il 2023, la conclusione 50 mesi dopo, ovvero nel dicembre 2027. Bipartisan perché sembrano essere finalmente tutti d’accordo. Da una parte, il governatore Luca Zaia, che dal 2014 al 2016 si era rapportato con un altro leghista, Massimo Bitonci, poi sfiduciato dalla sua stessa maggioranza di centrodestra. Dall’altra parte c’è Sergio Giordani, imprenditore, eletto sindaco di Padova nel 2016 come indipendente di centrosinistra. In mezzo la Provincia di Padova con il presidente Sergio Bui, sindaco di Loreggia con una lista civica, e l’Università. Tutti insieme hanno firmato un Accordo di programma che funge anche da variante urbanistica (da zona commerciale a zona per servizi).

In realtà i poli sanitari saranno due. La parte totalmente nuova sorgerà a San Lazzaro, nella zona di Padova Est (vicino all’autostrada A4), in un’area di 50 ettari regalati dal Comune all’Azienda ospedaliera, con un Policlinico da 963 posti letto. Sarà un centro strettamente legato all’università e alla ricerca, con reparti di eccellenza. L’attuale ospedale in via Giustiniani, in centro città, sarà completamente restaurato con la realizzazione di 769 posti letto, a cui si aggiungeranno altri 140 posti dell’Istituto Oncologico Veneto. Sarà, in pratica, l’ospedale cittadino, mentre la Regione finanzierà anche i lavori per creare il nuovo parco urbano delle mura.

La firma è stata solennizzata da Zaia come “un evento storico”. Il sindaco Giordani ha sottolineato il comune intento, al di là degli schieramenti, per un’opera necessaria. “Speriamo sia la volta buona, perché nel 2014 quando feci campagna elettorale a Padova, si parlava solo del tema dell’ospedale. E non si decideva nulla. Sei anni dopo siamo all’Accordo di programma, ma di firme ne viene messa almeno una all’anno”. Questo il commento di Jacopo Berti, capogruppo dei Cinquestelle in Regione.

In realtà, da due anni si sono registrate diverse tappe attuative. Nel luglio 2018 il pre-accordo tra enti pubblici e Università. Nel novembre 2018 la cessione dei terreni dal Comune di Padova all’Azienda ospedaliera. Nel 2019 l’avvio dell’iter in Regione, conferenze dei servizi e Valutazione Ambientale Strategica. Adesso l’Accordo di programma cui dovranno seguire i bandi per la progettazione (in autunno) e l’assegnazione dei lavori.

Contemporaneamente dovranno essere studiate le modalità di finanziamento. Secondo l’ultima stima, si ipotizza una spesa di 380 milioni per Padova Est e di altri 300 per il polo di via Giustiniani. La Regione ha messo a bilancio 150 milioni e l’Inail ha inserito l’opera nel proprio “Piano triennale di investimenti”, per 450 milioni di euro. Ma la partita è più complessa e potrebbe coinvolgere fondi europei, Banca europea per gli investimenti e la Cassa Depositi e Prestiti.

Siccome su queste operazioni incombe sempre il sospetto che qualcuna possa approfittarne, la documentazione, per tranquillità, è stata inviata anche all’Autorità Nazionale Anticorruzione. “Vogliamo procedure speciali straordinarie, il che non vuol dire non fare le gare pubbliche. Ma la sanità è un’emergenza, come dimostra il coronavirus. Chiediamo di poter lavorare come fanno i privati, seppur nel rispetto delle regole”.

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