Scegliere una sede unica, andare su un’isola, trasmettere le gare in streaming e rientrare nelle attività che non devono chiudere. In queste settimane in cui lo sport è stato fermato dal coronavirus sono molte le idee e le proposte nate per fare in modo che le attività agonistiche riprendano. C’è chi ha proposto di spostare tutti gli incontri in una precisa zona, in modo da garantire maggiore sicurezza, e chi ha avanzato l’ipotesi di affittare un’isola in attesa che la situazione migliori. Altri ancora hanno deciso di trasformare in virtuali le gare reali.

Prima del blocco totale, gli Stati Uniti si preparavano ad entrare nel vivo dell’NBA e a iniziare il campionato di baseball, lo sport più seguito negli Usa. In queste settimane i vertici delle due leghe, insieme alle squadre e ai giocatori, hanno iniziato a ideare diverse soluzioni per riprendere da una parte e cominciare dall’altra. Las Vegas è la sede individuata dall’NBA per giocare tutte le partite di playoff: la città nel deserto è stata indicata perché ogni estate ospita la pre-season del campionato e quindi, a livello di strutture e organizzazione, è già attrezzata a gestire tutte le franchigie del campionato.

Più complesso invece trovare una soluzione per il baseball: l’idea proposta nelle scorse settimane è stata quella di mandare tutti in quarantena in Arizona e disputare lì le partite di inizio stagione in attesa che la situazione migliori. Il governatore Doug Ducey si è già detto disponibile a ospitare tutta la MLB a Phoenix. Restano però grossi nodi ancora da sciogliere. Il clima ad esempio, dato che le temperature da quelle parti raggiungo molto facilmente livelli desertici. E poi c’è tutta la questione degli spostamenti e dei controlli, dato che le squadre di MLB sono 30 e ognuna ha circa 40 giocatori, senza considerare gli staff. Con un così ampio numero di persone, non sarà facile controllare e garantire la sicurezza di tutti. Anche i giocatori hanno alzato più di un dubbio davanti a questa idea, chiedendosi ad esempio se le rispettive famiglie potranno andare o meno in Arizona.

Se baseball e NBA cercano delle nuove soluzioni, il Wrestling ha trovato il modo di non fermarsi. Il governatore della Florida Ron DeSantis lo ha inserito tra le attività necessarie e quindi autorizzate ad andare avanti anche durante l’epidemia. Gli incontri della WWE quindi continuano, anche se a porte chiuse. Il governatore ha detto che spetta ai dirigenti garantire la sicurezza degli atleti e degli staff, scaricando di fatto su di loro ogni responsabilità.

Tra le leghe americane – non esattamente sportive – che hanno trovato il modo di continuare anche in queste settimane c’è la MLE (Major League Eating) il campionato di abbuffatori professionisti, molto seguito in America. I vari concorrenti andranno avanti a sfidarsi a chi mangia di più ognuno da casa propria e la lega trasmetterà tutto sul proprio canale Youtube. Niente garantisce meno contatti di un’isola. Ed è proprio lì che Dana White, Presidente della UFC, una delle leghe più importanti di arti marziali, ha pensato di trasferire tutti i combattenti, in modo da continuare gli incontri e trasmetterli in tutte le televisioni del mondo. Quale sia l’isola non è stato specificato, ma l’idea è concreta.

Di simile avviso era anche la Federazione di rugby australiana, che inizialmente aveva pensato di disputare tutti gli incontri in un’isola davanti al Queensland. L’idea poi però è stata scartata e le partite si terranno regolarmente negli stadi, anche se a porte chiuse. Anche le Canarie sono delle isole e da lì è arrivata alla federazione spagnola da una associazione alberghiera, Ashotel di Tenerife, la proposta di disputare da loro il finale di stagione. A sostegno della propria idea hanno portato le condizioni climatiche, miti anche nei mesi estivi, e l’ottimo livello delle strutture per ospitare le squadre, dato l’alto numero di turisti a cui sono abituate. Se gli alberghi sono buoni, meno lo sono i campi da calcio ed è per questo che la Liga ha rifiutato.

Anche il nostro campionato – secondo gli scienziati – potrebbe riprendere giocando le partite solo nel Sud Italia, dove l’impatto del coronavirus è stato minore. Inter, Milan e Juventus quindi dovrebbero trovarsi un altro stadio e l’ipotesi sembra già sfumata. Formula 1 e Moto GP invece, in attesa di poter tornare in pista, hanno organizzato delle simulazioni dove ogni pilota gareggia sì ma solo in modo virtuale, in un vero e proprio campionato simulato.

Articolo Precedente

Coronavirus, la Serie C e la crisi all’orizzonte. Serena: “Sponsor fuggiranno, lo Stato aiuti. Qui c’è chi guadagna 1500 euro al mese”

next