La firma sul bonifico di 20mila euro indirizzato a don Massimo Biancalani, il prete che accoglie migranti nella sua parrocchia di Vicofaro, a Pistoia, è quella del cardinale Konrad Krajewski, l’elemosiniere del Papa, reso famoso dal gesto di riattivazione di luce e acqua in un palazzo occupato di Roma. Scrive il cardinale polacco nella causale del bonifico: “Dono del papa per le strutture parrocchiali al servizio dei poveri”.

Quando don Biancalani ha visto il bonifico quasi non ci voleva credere. Attaccato dal leader leghista Matteo Salvini e dal sindaco di Pistoia Alessandro Tommasi, FdI, e sopportato con diffidenza dal vescovo Fausto Tardelli, il prete di Vicofaro esulta come un bambino all’apertura dell’uovo pasquale: “Mio Dio, che bella sorpresa. Siamo molto felici perché nel centro di accoglienza abbiamo moltissimi migranti e i lavori da fare, ad esempio una seconda cucina per sfamare tutti gli ospiti, sono tanti. E i soldi del Papa ci fanno davvero comodo”. Poi don Massimo fa una breve pausa, riflette, e aggiunge: “Soldi importanti, ma soprattutto è per noi fondamentale sentire la vicinanza del Papa, il suo sostegno e l’appoggio concreto per la nostra missione per i poveri”. Non a caso Krajewski nelle due righe di accompagnamento al bonifico non parla di immigrati ma di poveri. “Non fa distinzioni. Come invece hanno fatto in molti in questi anni. E in queste situazioni quando tu devi pensare a sfamare e ospitare anche duecento poveri e ti senti attaccato, il rischio maggiore è quello dell’isolamento. Il gesto del papa ci fa sentire nel giusto. Da oggi lavoreremo ancora con maggiore impegno e forza”, spiega don Biancalani.

Tutto è partito da una telefonata di alcune settimane fa tra il parroco di Vicofaro e l’elemosiniere del papa, che gli ha chiesto un dossier sul centro accoglienza. Il cardinale Krajewski lo ha letto e ha deciso, d’accordo ovviamente con il Papa, di donare 20mila euro alla comunità. Un dossier che parte dall’agosto 2017 quando don Biancalani postò su Facebook la foto di giovani migranti in piscina, suscitando la reazione infuriata di Salvini e subendo una raffica di insulti e di epiteti razzisti sui social. Da allora è iniziata una “guerra” tra la destra salviniana e il prete pistoiese, che continua ancora. Il 25 marzo scorso il sindaco di Pistoia ha lanciato un vero e proprio allarme su Vicofaro: “L’attuale situazione di Vicofaro è un rischio, è una emergenza sanitaria. Ritengo obbligatorio e doveroso rimetterlo in sicurezza. E su questo l’accoglienza non c’entra nulla, la politica non c’entra nulla. Pretendere che anche a Vicofaro si applichino le regole che tutti stiamo applicando a Pistoia è fare politica? È fare polemica?”. Come a voler stabilire un nesso tra l’emergenza sanitaria provocata dall’epidemia e il centro immigrati di Vicofaro. Anche la diocesi è scesa in campo per spostare alcuni di questi immigrati in altri locali per evitare l’eccessivo assembramento nella parrocchia di don Biancalani. Poi è arrivato il papa e il suo elemosiniere con il bonifico di 20mila euro e per ribadire da che parte sta Bergoglio.

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