Direttore sanitario, cardiologo, ecografista presso l’Ospedale Veterinario San Francesco di Milano, l’unica struttura che funziona anche come Pronto Soccorso 24 ore su 24, aperto 7 giorni su 7, Roberto Toschi Corneliani è un’autorità in materia, ha appena fatto la nottata e invita a mantenere la pazienza. Durante i primi giorni da psicosi collettiva, il centralino della clinica è stato assalito da telefonate di gente molto, molto agitata per rischio contagio al pet di casa. Cane e gatto sono come persone di famigli e il questionario “bestiale” non ha limiti: chiedono se devono mettere la mascherina pure al cane, perchè hanno chiuso i parchi, quando riapriranno…

1) Dottor Toschi Corneliani, è stato rilevato a Hong Kong, come ha reso noto l’Oms, il primo caso di cane positivo al coronavirus. Anche la padrona lo era. Non si sa ancora se sia stata lei a infettare il cane o viceversa. Dobbiamo preoccuparci anche dei nostri animali di casa?
Al momento sappiamo che è molto improbabile che un gatto e un cane possano essere infettati dal Covid-19. Il caso rilevato ad Hong Kong rimane comunque un caso isolato e non confermato. Potrebbe trattarsi ad esempio di una banale contaminazione ambientale visto che i proprietari sono risultati positivi e in considerazione del fatto che il cane non mostra alcun sintomo riconducibile. Insomma tutto è da confermare, non mi allarmerei per questa notizia.

2) Sono venuti da lei a chiedere di fare il tampone al cane o al gatto?
Si, ci sono stati proprietari allarmati che lo hanno richiesto. Abbiamo spiegato loro che al momento non vi è alcuna evidenza scientifica che gli animali da compagnia, quali cani e gatti, abbiano contratto l’infezione (Covid-19) o possano diffonderla. Oltre tutto, anche volendo, non ci sarebbe la possibilità di eseguire un test specifico su queste specie. E’ importante in questo momento placare ogni forma di psicosi che potrebbe prendere piede in modo incontrollato e senza alcun fondamento. Portiamo pure il cane a passeggio, mantenendo la distanza di sicurezza e evitando gli assembramenti.

3) L’ospedale Sacco di Milano avrebbe individuato un altro ceppo del corona virus, tutto italiano, domestico, un virus padano, esistente negli animali allevati nelle terre ultra concimate con fanghi industriali del Nord. Questo spigherebbe perchè il virus latita nelle altre regioni. Insomma i contagi sarebbero due, uno pandemico a diffusione lenta attraverso i viaggi degli infettati e l’altro locale di nessuna nocività mortale ( se non per quella fetta di popolazione a rischio, anziani con problemi respiratori). Cosa ne pensa?
Abbiamo potuto apprendere dai giornali del traguardo raggiunto dal team dell’Ospedale Sacco. L’isolamento di un virus “autoctono” è spiegabile dallo sviluppo differente in ogni singolo paziente. Pur riconoscendo le implicazioni socio-economiche dell’epidemia, non mi spingerei in interpretazioni troppo fantasiose. Questa scoperta è invece molto importante perché consentirà ai ricercatori di rispondere a alcune domande attualmente irrisolte (come ha circolato il virus e in quanto tempo) e successivamente studiare lo sviluppo di anticorpi e quindi di vaccini e di cure.

P.S 1) Anche all’Ospedale Veterinario le mascherine latitano: ne consumano un centinaio al giorno. Per il momento arrangiano, come tanti, con il modello fai da te: garza e carta da forno.

P.S. 2) Per rispondere all’iniziativa dell’infettologo Massimo Galli, per fermare la strage silenziosa Amedeo Clavarino, imprenditore green, mette il suo Maloja Palace (emissioni CO2 a impatto zero) in Engadina a disposizione, gratuitamente, per ospedalizzare i contagiati. Dista solo una manciata di chilometri da Chiavenna. Un bellissimo esempio di responsabilità civile.

Intasgram januaria_piromallo

E per strapparci un sorriso ecco un paio di vignette by Guido Ciompi

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