Giancarlo Pasinato recupera la palla appena fuori dalla sua area e parte come un treno verso la porta avversaria. Fa tutto il campo e segna dopo un coast to coast che lascia increduli giocatori e tifosi allo stadio. È il 23 aprile 1978, giorno in cui l’Ascoli batte il Bari 2-0 e viene promosso matematicamente in Serie A. Tre mesi prima gli appassionati bianconeri avevano avuto la fortuna di vedere, sempre al Del Duca, un altro di quei gol che non si dimenticano facilmente. L’ala Gianni Roccotelli aveva dribblato sulla sinistra l’avversario e una volta messo in mezzo il pallone, il bomber Claudio Ambu lo aveva scaraventato in rete di testa. Tutto abbastanza normale per gli schemi del calcio italiano di fine anni Settanta. Se non fosse che il cross venne realizzato da Roccotelli di rabona, la sua specialità. La squadra allenata da Mimmo Renna in quell’occasione sconfisse il Modena 3-0.

Non bastassero queste due reti memorabili, ancora ricordate perfettamente dai vecchi tifosi, quell’Ascoli concluse il campionato con il primo posto in classifica e una serie di record che resistono ancora dopo quarantadue anni. Nel torneo di B in corso (si fa per dire…) il Benevento di Pippo Inzaghi è, al momento dello stop causato dal coronavirus, in linea per poterli battere. Il club del presidente Costantino Rozzi chiuse la stagione con 61 punti (oggi con i tre punti a vittoria sarebbero 87), 26 vittorie e 73 gol realizzati. La Serie A venne festeggiata con sette giornate d’anticipo e alla fine la seconda, il Catanzaro di Massimo Palanca, arrivò staccata di 17 punti. Il Benevento oggi alla 28esima giornata ha 69 punti, 21 vittorie e 54 gol fatti. “È stata un’impresa. La squadra venne costruita in maniera esemplare da Mimmo Renna. Una formazione che poggiava sulla forza dello spogliatoio. In quella stagione molto spesso siamo andati in vantaggio nei primi minuti di gioco, gli avversari facevano poi una gran fatica a raggiungerci”, racconta Gianfranco Bellotto, il mediano con i baffi di quell’Ascoli.

Un altro grande protagonista del campionato dei record, oltre al capitano Adelio Moro, fu Roccotelli, al primo anno in bianconero. “Non volevo neanche andare ad Ascoli, perché l’anno prima con il Cagliari i tifosi ci avevano assediato fino alle tre di notte. Invece sono stato benissimo e sono diventato un idolo della curva, che impazziva per la mia rabona”. Cocò era un’ala velocissima e piena di fantasia, che in campo non si risparmiava mai. Ha chiuso una carriera molto lunga, facendo da chioccia a Gianfranco Zola alla Torres. “Renna era un uomo semplice – continua Roccotelli – e un po’ all’antica. A volte ci rimproverava se ci beccava a parlare con una ragazza. Non ci permetteva alcun vizio durante la settimana. Era severo come un buon padre, a controllarci mandava il suo vice Aldo Sensibile. Avevano costruito un gruppo serio e umile, che pensava esclusivamente al calcio”. Le dispiacerebbe che il Benevento togliesse i record a quell’Ascoli? “Quello di Inzaghi è uno squadrone. Ma il nostro è stato un periodo in cui era più difficile vincere. Non ci sono più i giocatori talentuosi di un tempo. Neanche a paragonarli con quelli di adesso…”. In ogni caso anche a perdere i record, le emozioni di certi gol sono per sempre.

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