Un ex assessore del comune, ma pure una “talpa” dentro al palazzo di giustizia. E poi due dirigenti del Genio Civile. Sono gli indagati princili dell’ultima inchiesta della procura di Messina: undici le misure cautelari con le accuse di corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e fittizia intestazione di beni. Nell’ordinanza il gip parla di “inquietante contesto criminale”, mentre la Procura definisce “ampia la rete di corruzione”.
Quattordici in tutto gli indagati, incastrati dal trojan installati nei cellulari. I due dipendenti del Genio civile lavorano uno come funzionario a Messina e l’altro come dirigente a Trapani. Quest’ultimo, l’ingegnere Giancarlo Teresi, responsabile dei lavori nel porto di Mazara del Vallo, è accusato di aver ricevuto mazzette da un imprenditore messinese, Giuseppe Micali, che mirava ad aggiudicarsi i lavori di drenaggio del porto. Almeno secondo le indagini della procura guidata da Maurizio De Lucia: oltre al denaro per l’acquisto di un’auto d’epoca, avrebbe ricevuto anche un soggiorno gratuito in un prestigioso hotel di Messina e una cena per sei in noto ristorante di Milazzo.
Agli arresti domiciliari anche un politico: l’ex assessore di Messina, Giorgio Muscolino, 40 anni. Muscolino, è accusato di aver intascato una mazzetta per l’affidamento dei lavori per un parcheggio in un palazzo popolare per conto dall’agenzia che gestisce l’annosa emergenza baracche della città sullo Stretto. Ex assessore alla toponomastica della giunta di Giuseppe Buzzanca, Muscolino è stato consigliere comunale per l’Udc, vicino prima all’ex deputato Pippo Naro, poi all’ex ministro Gianpiero D’Alia, si era candidato alle ultime elezioni, nel 2018, nella lista degli universitari, che faceva capo all’ex rettore, ora deputato del Pd, Pietro Navarra.
“Così ti prendi questi cazzi di soldi”, così si rivolgeva Marcello Tavilla, uno degli indagati, all’ex assessore comunale, Giorgio Muscolino. Muscolino è stato nominato amministratore di due condomini del comune, da Marcello Scurria, presidente della nuova partecipata, A.Ris.Me, voluta dal sindaco Cateno De Luca per lo sbaraccamento di Messina. L’ex assessore, secondo la Procura di Messina, avrebbe intascato 400 euro per l’affidamento diretto di lavori di sistemazione del parcheggio del plesso “Sottomontagna”, lavori per un totale di 2400 euro.
Duemila euro è invece la cifra che bastava al funzionario del Genio civile, Felice D’Agostino, direttore del settore delle opere idrauliche. Operazione però che salta perché la Regione Sicilia attiva una piattaforma per l’assegnazione delle gare d’appalto, bloccando l’intenzione di per ogni lavoro affidato alle ditte conniventi.