La “svolta moderata” può attendere, apparentemente. Il segretario della Lega Matteo Salvini – dopo aver “corretto” Giorgetti sui rapporti con l’Ue – sceglie la sanità e i diritti delle donne per ribadirlo. Ne esce una presa di posizione che non piacerà ai difensori dei diritti acquisiti una quarantina d’anni fa: “Abbiamo avuto segnalazione che alcune donne, né di Roma né di Milano, si sono presentate per la sesta volta al pronto soccorso di Milano per l’interruzione di gravidanza. Non è compito mio né dello Stato dare lezioni di morale, è giusto che sia la donna a scegliere per sé e per la sua vita, ma non puoi arrivare a prendere il pronto soccorso come la soluzione a uno stile di vita incivile“. Parole pronunciate al PalaCongressi dell’Eur, a Roma, nell’incontro organizzato per lanciare il tam tam sulle Comunali per il Campidoglio, in programma nel 2021. Ai giornalisti che chiedono di precisare meglio la sua uscita Salvini risponde: “Se si arriva alla settima interruzione di gravidanza significa che si sbaglia stile di vita. Sono d’accordo con i medici che dicono che la donna è libera di scegliere ma se in poco tempo si viene a chiedere la settima interruzione di gravidanza… Bisogna spiegarle come ci si comporta. Io rispetto il diritto di scelta di tutte le donne ma la settima è un rischio per la salute“. L’obiettivo di Salvini, anche se con quella dichiarazione ottiene l’effetto di parlare di tutte le donne, erano in realtà (in modo poco sorprendente) i migranti: “Qualcuno ha preso il pronto soccorso come il bancomat sanitario per farsi gli affari suoi senza pagare una lira – insiste Salvini – La terza volta che ti presenti, paghi”.

A reagire è il segretario del Pd Nicola Zingaretti: “Salvini la spara ogni giorno più grossa perché è in difficoltà. Con offese, teorie stravaganti e numeri a casaccio. Per fortuna nei pronto soccorso italiani non ascoltano le sue provocazioni. Giù le mani dalle donne. Giù le mani dalla sanità italiana”. Da sinistra la prima a rispondere a Salvini era stata la segretaria di Possibile, Beatrice Brignone: “Di fronte a consultori depotenziati, agli obiettori in aumento, alla mancanza di politiche per le famiglie – twitta – Salvini se la prende contro chi ricorre all’aborto: ignorando la legislazione in vigore, colpevolizzando le donne, negando il diritto di scelta”.

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