La locomotiva tedesca si ferma nel quarto trimestre del 2019. Il pil della Germania ha fatto segnare infatti una crescita zero. Secondo i dati dell’ufficio di statistica federale l’economia è rimasta stagnante tra ottobre e dicembre, con una variazione dello 0,4% anno su anno. Dopo una partenza dinamica nel primo trimestre (+0,5%) e la flessione nel secondo trimestre (-0,2%), Berlino aveva messo a segno un lieve recupero nella terza frazione dell’anno (+0,2%). Poi la frenata. Nel complesso, lo scorso anno la Repubblica federale è cresciuta solo dello 0,6%.

Stando alle previsioni d’inverno della Commissione europea, nel 2020 e 2021 il pil della Germania aumenterà solo dell’1,1%: un dato che la posiziona penultima nella Ue. Peggio fa solo l’Italia. Giovedì il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni ha ribadito che “soprattutto chi ha spazio fiscale e un livello di debito molto basso, Paesi come la Germania, è chiamato a contribuire con investimenti a politiche più espansive. Perché l’Europa nonostante tutto continua a crescere, ma il ritmo della crescita è troppo basso. Per accelerarlo e fare fronte anche ai rischi al ribasso che possono venire da fuori, c’è bisogno di politiche fiscali più espansive”.

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